l'Astrofilo gennaio 2014

STELLE ASTROFILO l’ Una è dell'estate 2012 e riguarda la stella a- rancione TW PsA, il cui moto proprio, in uno studio condotto da Eric E. Mamajek (University of Rochester), è risul- tato del tutto assimila- bile a quello di Fomal- haut, il che abbinato a una distanza dalla Ter- ra quasi identica e a una distanza reciproca fra i due astri di poco inferiore a 1 anno luce, ha portato alla conclu- sione che essi sono fisi- camente legati e costi- tuiscono un sistema bi- nario. TW PsA è stata a quel punto ridenomi- nata Fomalhaut B (ri- cordiamo che per le compagne stellari si a- dottano lettere maiu- scole, mentre per i pia- neti si usano le minu- scole) ed è entrata nel novero delle possibili cause della forma ellit- tica del disco di Fomalhaut A. Effettivamente l'orbita delle due stelle at- torno al comune baricentro potrebbe teori- camente portarle a una distanza tale da avere ripercussioni sulla struttura in que- stione, tuttavia i tempi necessari a coprire quei percorsi sono per noi talmente immensi che la lentezza dei moti propri delle due stelle ci impedisce di fatto di conoscere con sufficiente precisione la forma delle orbite e quindi di valutare se è Fomalhaut B la causa dell'ellitticità del disco di Fomalhaut A. Un'altra svolta nello scenario fin qui de- scritto sì è avuta lo scorso ottobre, con l'an- nuncio da parte di un team di ricercatori coordinati dallo stesso Mamajek della sco- perta della triplicità del sistema stellare di Fomalhaut, al quale andava ad aggiungersi un piccolo astro rosso, una nana di tipo M, nota con la sigla LP 876-10. I dati astrome- trici, fotometrici e la velocità radiale indica- vano senza ombra di dubbio che quella piccola stella era legata gravitazionalmente F omalhaut A in tutto il suo splendore. È fra le 20 stelle più bril- lanti del cielo, dista dalla Terra solamente 25 anni luce e ospita uno dei sistemi più interessanti che si conoscano, un vero e proprio laboratorio nel quale verificare le teorie sull’evolu- zione dei dischi protoplanetari. alle altre due, pur apparendo in cielo a quasi 6 gradi di distanza da Fomalhaut A e addirittura in un'altra costellazione, l'Ac- quario. LP 876-10, ora Fomalhaut C, è in realtà a soli 2,5 anni luce dalla sua più bril- lante vicina e a 3,2 anni luce da Fomalhaut B, distanze insolitamente ampie per un si- stema triplo, ma abbastanza contenute da tenere legati i suoi componenti. La scoperta di quel legame ha avuto una no- tevole ripercussione sul lavoro di un altro team di ricercatori, quello guidato da Grant M. Kennedy (University of Cambridge, UK), che stava anch'esso facendo ricerche su LP 876-10 e che aveva nel frattempo scoperto come attorno a quella stella esistesse un ec- cesso di radiazione infrarossa, interpretabile come un disco di detriti, residuo della sua formazione, e come quel disco fosse insolita- mente brillante. Questa ulteriore scoperta, annunciata il 17 dicembre scorso sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society , è stata realizzata sulla scorta di osservazioni compiute dal telescopio spaziale Herschel nel

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