l'Astrofilo gennaio 2014

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ ciare il suo moto a quello della stella e del- l'altro pianeta. È proprio il moto comune di questi ultimi due, monitorato negli ul- timi 8,3 anni, ad averne confermato il le- game fisico. In alternativa alla non percorribile via della nascita nel disco protostellare, esiste la pos- sibilità che HD 106906b si sia formato diret- tamente dalla contrazione di una nube di gas interstellare, indipendente da quella che ha prodotto HD 106906 ma ad essa gra- vitazionalmente legata. È il tipico scenario con quale viene descritta la nascita dei si- stemi stellari binari. In prima approssima- zione sembra applicabile alla coppia in esame, ma in realtà anche questa poten- ziale soluzione si scontra con un ostacolo insormontabile: nessuna teoria sulla forma- zione dei sistemi binari prevede che il rap- porto fra le masse delle due componenti possa esse più sbilanciato di 10 a 1. Anche volendo essere un po' elastici a riguardo di questo limite teorico, il rapporto fra la massa di HD 106906 e quella di HD 106906b è addirittura 10 volte più sbilanciato, 100 a 1, il che rende inapplicabili i modelli dei si- stemi binari. (Se vogliamo ipotizzare che quel pianeta gigante sia in realtà una stella mancata, dobbiamo anche trovare un mec- canismo capace di disperdere almeno il 90% della massa gassosa ad esso inizial- mente destinata.) Curiosamente, tutto ciò avviene in un si- stema in cui stella e pianeta sono caratte- rizzati con sufficiente precisione e dove la presenza di un disco residuo, sopravvissuto alla formazione dei due protagonisti, do- vrebbe essere illuminante sull'origine del pianeta. Per dirimere definitivamente la questione sarà necessario prolungare le osservazioni di HD 106906b per il tempo necessario a cal- colarne l'orbita con una precisione suffi- ciente a capire se e in quale misura il pia- neta influenza il disco residuo. Attualmente le maggiori incognite sono a carico di que- st'ultimo, giacché la sua estensione è stata stimata tramite un modello che considera la distribuzione delle temperature nella componente polverosa (la media è 95 Kel- vin, ovvero -178°C), il che non garantisce al 100% che la reale estensione del disco sia quella più sopra indicata. Nel caso in cui il suo confine esterno fosse davvero a 120 unità astronomiche e a mantenerlo stabi- le fosse un “confinamento gravitazionale” S otto, una serie di immagini che mostrano al- l’interno di un cerchio il pianeta HD 106906b. Per una più agevole identificazione dell’oggetto, la luce della sua stella è stata ri- mossa o atte- nuata. Le tre immagini della riga superiore sono state prese tutte con il Ma- gellan Telescope e mostrano il pia- neta in infrarosso. Nella riga inferio- re troviamo una ripresa nel visibile di Hubble (sini- stra), una infra- rossa del Gemini Observatory (cen- tro) e ancora una del Magellan a più ampio campo. [V. Bailey et al.]

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