l'Astrofilo gennaio 2014

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ strutto dal lento transito di HD 106906b al suo in- terno; secondo, per scal- zare dalla sua orbita un oggetto di 11 masse gio- viane è necessaria una forte interazione gravita- zionale con un pari taglia o con un oggetto ancora più massiccio, ma poiché in quel sistema non esiste nessun altro pianeta (al- meno oltre le 35 unità astronomiche dalla stella), l'ipotesi della migrazione è da scartare. Una via d'uscita potreb- be essere quella di am- mettere che l'ipotetico se- condo pianeta, a seguito dell'interazione, sia stato scaraventato fuori dal sistema; in questo caso diventa arduo trovarlo e asso- paia il disco residuo (è uno dei più densi fi- nora scoperti) ha un'estensione incompati- bile con la presenza del pianeta: il suo confine interno si trova a 15-20 unità astronomiche dalla stella, mentre quello esterno non ri- sulta spingersi oltre le 120 unità astronomiche. Ciò significa che alla distanza dell'attuale pianeta non c'era assolutamente abba- stanza materiale (essenzialmen- te gas) per formare un gigante come HD 106906b, il quale non può quindi essere nato per ac- crescimento di un nucleo roccio- so-metallico nel disco protostel- lare. Anche ammettendo che un tempo quel materiale ci fosse, a quelle distanze dalla stella le ve- locità orbitali sono talmente ri- dotte (circa 1 km/s) da rendere il processo di accrescimento così lento che non bastano 13 milioni di anni per raggiungere la stazza di HD 106906b e nemmeno di oggetti sensibilmente più piccoli. L'idea che il pianeta possa essere migrato verso l'esterno del si- stema, provenendo da un'orbita originariamente assai più pros- sima alla stella, è insostenibile per almeno due motivi: primo, il disco stellare sarebbe stato di- L a complessa ottica adattiva MagAO alloggia- ta al posto dello specchio seconda- rio del Magellan Telescope. In bas- so, Vanessa Bai- ley posa a fianco della strumenta- zione utilizzata per lo studio di HD 106906b. [Las Campanas Obs.]

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