l'Astrofilo gennaio 2013

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ ricerca, raccontando si- tuazioni reali, peraltro oggi non meno avvin- centi di quelle inven- tate. Quando decenni addie- tro gli autori di SF si re- sero conto che si poteva andare oltre Marte e che esistevano stelle molto simili al Sole a di- stanze tutto sommato “non proibitive”, alcuni dei essi posarono l’at- tenzione sulla vicina Al- fa Centauri, scelta ov- via, mentre i più raffi- nati guardarono qual- che anno luce più in là, arrivando fino a Tau Ceti, astro di magnitu- dine 3,45 posto nelle regioni meridionali della Balena. Uno dei primi a scegliere quella stella e i suoi ipotetici pianeti come set nel quale ambientare le proprie narrazioni fu l’inimitabile Isaac Asi- mov, nel suo racconto “Le grotte d’acciaio” , pubblicato in due versioni nel 1953-54. La trama si sviluppa sul pianeta più interno di Tau Ceti, Aurora, abitato da 200 milioni di S opra, un’am- bientazione fantastica de “Le grotte d’acciaio” di Isaac Asimov. In quel romanzo l’autore imma- gina l’esistenza di un sistema plane- tario attorno alla stella Tau Ceti. Il pianeta più in- terno, inizial- mente chiamato “Nuova Terra” e poi “Aurora”, ospita una folta colonia di terre- stri e numerosis- simi robot. Una ricerca di recentis- sima pubblica- zione rivela che quel sistema pla- netario ha forti probabilità di esi- stere realmente, ma che l’unico pianeta poten- zialmente abita- bile è il quarto. A sinistra Asimov e una sua massima. coloni terrestri, coadiuvati nelle loro attività da 10 miliardi di robot. Anche all’interno della saga di Star Trek ci sono riferimenti ai pianeti di Tau Ceti, come ad esempio nel film “Star Trek II: l’ira di Khan” , del 1982, e com- plessivamente fra carta stampata, televisione e cinema di riferimenti a quella stella e al suo sistema planetario ve ne sono a decine.

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