l'Astrofilo gennaio 2013

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ efficiente in quel senso. Di conseguenza, in prossimità dei poli del pianeta potrebbero esistere siti adatti alla conservazione di ghiacci, pensiamo ad esempio a rilievi mon- tuosi con pendii esposti al polo, oppure a crateri da impatto con parte del bordo e con il pavimento in perenne oscurità. Questa possibilità iniziò ad essere valutata dagli astronomi già decenni addietro, ma rimase una mera ipotesi fino al 1991, quando a seguito di una campagna di os- servazioni radar condotta con il radiotele- scopio di Arecibo (isola di Puerto Rico) furono registrate delle zone insolitamente brillanti presso i poli del pianeta, in corri- spondenza delle quali l’impulso radar ve- niva riflesso con una modalità compatibile con la presenza di ghiaccio d’acqua. Confrontando la posizione si quei siti ad alta riflettenza con le strutture superficiali fotografate dalla sonda Mariner 10 nel corso dei suoi flyby con Mercurio negli anni ’70, gli astronomi trovarono una netta cor- rispondenza con alcuni grandi crateri da impatto: il probabile ghiaccio sembrava na- scondersi al loro in- terno. La mappatura della Mariner 10 era però incompleta, co- prendo meno della metà della superficie di Mercurio e parte delle zone brillanti potevano essere in- terpretate anche di- versamente; quindi non fu possibile giun- gere a una conclu- sione unanime e la questione rimase a- perta. Molto più recente- mente, nell’aprile del 2011, lo studio di Mer- curio ha fatto un bal- zo decisivo con l’en- trata in orbita polare attorno al pianeta della sonda MESSEN- GER (MErcury Sur- face, Space ENviron- ment, GEochemistry, and Ranging), il cui compito principale è quello di produrre mappe topografiche, termiche e geologiche con la sua schiera di strumenti scientifici, primi fra tutti il Mer- cury Dual Imaging System (MDIS) e il Mer- cury Laser Altimeter (MLA). L’obiettivo è ovviamente quello di indagare le proprietà chimico-fisico-morfologiche della superficie e del sottosuolo, per ricavare un quadro evolutivo del pianeta quanto più completo possibile. Grazie ai dati raccolti dalla MESSENGER sono già stati realizzati numerosi lavori che hanno prodotto pubblicazioni di indubbio interesse scientifico, incluse tre uscite su Science Express a fine novembre che risul- tano decisive circa la presenza di ghiaccio d’acqua su Mercurio. I team di Gregory A. Neumann (NASA Goddard Space Flight Cen- ter), David A. Paige (Department of Earth and Space Sciences, University of California, Los Angeles) e David J. Lawrence (The Johns Hopkins University Applied Physics Labora- tory, Laurel), hanno affrontato il problema da diverse prospettive, giungendo a risul- L ’immagine a si- nistra è la map- pa radar della re- gione polare nord di Mercurio rea- lizzata con il ra- diotelescopio di Arecibo. Le re- gioni più chiare, rappresentate con una tonalità di giallo, sono quelle a più alta riflettenza. Fra queste si ricono- scono facilmente le fattezze di al- cuni grandi cra- teri. L’elevata luminosità di quelle strutture, così come quella di strutture ana- loghe presenti at- torno al polo sud, indicavano già oltre vent’anni fa la possibile pre- senza di ghiaccio d’acqua sul ro- vente pianeta. [National Astro- nomy and Iono- sphere Center, Arecibo Observa- tory]

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