l'Astrofilo gennaio 2013

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ zione spaziale, il che impedisce tra l’altro di stimarne con precisione ampiezza e inclina- zione, anche se per la prima Ricci e colleghi propongono un mas- simo di 80 UA, mentre la seconda può essere dedotta da deboli getti di materia che fuorie- scono dal disco (visibili in luce bianca) e dalla quasi simmetrica mor- fologia di un flusso di monossido di carbonio che risulta anch’esso in uscita dal disco. Sia l’esi- stenza di tale flusso gassoso, sia la massa del disco, stimata in 0,3%- 1% della massa della nana, sono anch’esse caratteristiche tipiche di stelle giovanissime, come ad esempio le T Tauri, e il tutto com- plica ulteriormente la vita ai modelli in auge. Per completezza diremo che ci sono già ri- cercatori all’opera per tentare di salvare capra e cavoli. È il caso di un lavoro di pros- sima pubblicazione, a firma di Pinilla et al., nel quale verrà proposto uno scenario in cui un disco come quello di Rho-Oph 102 può ospitare granelli di dimensioni rilevanti in presenza di livelli di turbolenza molto bassi, in grado di calmierare le collisioni veloci, e dove la migrazione di quelli più grandi verso il centro del disco verrebbe ostacolata da complessi meccanismi innescati dal campo magnetico della nana. Con queste scappa- toie teoriche si vorrebbe scongiurare la na- scita di pianeti rocciosi attorno alle nane brune. Staremo a vedere... Una risposta definitiva agli interrogativi sol- levati dal team di Ricci verrà probabilmente da quello stesso team non appena avrà la possibilità di puntare su Rho-Oph 102 la schiera di antenne di ALMA al gran com- pleto. Solo allora sarà possibile mappare la distribuzione di gas, polveri fini e granelli più o meno grandi all’interno del disco, verificare come interagiscono fra loro e se là in mezzo c’è qualcosa che somiglia a un pianeta. di Rho-Oph 102 alle lunghezze d’onda di circa 0,89 mm e 3,2 mm, riscontrando nel passaggio alla lunghezza d’onda maggiore una caduta di luce decisamente inferiore alle aspettative teoriche, indice del fatto che almeno una parte non irrilevante dei gra- nelli ha dimensioni superiori al millimetro. Già questo è in contraddizione con i modelli correnti. Se poi si considera che quegli stessi modelli prevedono che i granelli più grandi e veloci dovrebbero popolare esclusiva- mente le regioni più interne del disco ed es- sere pertanto inosservabili, ecco che non si può escludere l’esistenza attorno alla nana di discrete quantità di granelli con diametri misurabili in centimetri. Il disco di Rho-Oph 102 ha in definitiva ca- ratteristiche proporzionalmente simili a quelle dei dischi ospitati da normali stelle di pre-sequenza principale, con la giusta den- sità e la giusta distribuzione delle velocità orbitali, affinché gas e polveri possano evol- vere verso la formazione di pianeti. Se qualcosa di più importante di semplici sas- solini già esiste nel disco in questione non è dato sapere, perché attualmente non c’è modo di andare oltre i risultati appena otte- nuti. Il disco può infatti solo essere osservato come insieme, senza una dettagliata risolu- n E cco come po- trebbe apparire il disco di Rho- Oph 102 visto dal suo interno con una lente di in- grandimento: un’interminabile distesa di granelli simili a sabbia, che crescono di di- mensioni aggre- gandosi gli uni agli altri. Questo scenario era rite- nuto possibile solo attorno a stelle vere e pro- prie, mentre ora è certo che può pre- sentarsi anche at- torno alle nane brune. [ALMA (ESO/NAOJ/NRAO) /L. Calçada (ESO)]

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