l'Astrofilo gennaio 2013

GENNAIO 2013 PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ che finisce col trasformare gli incontri co- struttivi in scontri distruttivi, dove anziché crescere di dimensioni i granelli si frammen- tano, favorendo il moltiplicarsi di piccoli proiettili posti su orbite caotiche con para- metri molto sfavorevoli per i successivi avvi- cinamenti. I modelli sulla prima evoluzione dei corpi so- lidi nei dischi circumstellari prevedono che la densità sia favorevole all’accrescimento di pianeti solo nel caso in cui l’astro centrale sia sufficientemente massiccio da innescare nel nucleo la fusione dell’idrogeno. In linea di massima, più è massiccia la stella na- scente, più denso è il disco di gas e polveri che la circonda e più facilmente le polveri possono aggregarsi in oggetti planetari (in realtà, oltre una certa massa le cose si com- plicano a causa dei venti stellari). Non è dunque previsto che le nane, le stelle mancate per eccellenza, siano circondate da un disco sufficientemente massiccio e denso da evolvere costruttivamente in un sistema planetario. Dimostrare il contrario vorrebbe dire mettere in discussione una non trascu- rabile parte di quello che sappiamo sulla na- scita dei pianeti, cosa tutt’altro che auspicabile. Ma proprio il contrario è stato invece dimostrato da un gruppo di ricerca- tori, in prevalenza italiani (e operanti al- l’estero), i quali utilizzando l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) dell’ESO hanno individuato nel disco di pol- veri che circonda una nana bruna segni ine- quivocabili di un’aggregazione costruttiva del materiale che lo costituisce. La nana in questione è Rho-Oph 102, un og- getto di circa 60 masse gioviane (0,06 masse solari) collocato nella regione di formazione stellare dominata dalla stella Rho della co- stellazione di Ofiuco. Da precedenti osser- vazioni si sapeva che la nana è circondata da un disco polveroso visibile nell’infrarosso, ma i limiti di risoluzione degli strumenti uti- lizzati non avevano permesso di andare oltre quella semplice constatazione. La più recente indagine condotta con ALMA ha in- vece consentito una più precisa caratteriz- zazione di quella struttura, benché i ricercatori abbiano avuto a disposizione solo 1/4 delle antenne che saranno complessiva- mente operative nel 2013 (l’inaugurazione

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