l'Astrofilo gennaio 2013

A questa immagine di Abell 520 è stata sovrapposta una grafica che indica in bianco i contorni della distribu- zione della materia oscura nello scenario proposto dal team di Jee. I numeri indicano le re- gioni di maggiore den- sità. La regione 3 è quel- la inizialmente conside- rata anomala ma poi ri- sultata del tutto normale nella successiva ricerca del team di Clowe. COSMOLOGIA ASTROFILO l’ Eppure non sembrava esserci alcun dubbio sulla bontà dei risul- tati: nel bel mezzo di Abell 520 c’era una forte concentrazione di materia oscura, non giustificata da un adeguato numero di galassie. La procedura impiegata per giungere a quei risultati era basata sul lensing gravitazionale, come sempre in questi casi. In sintesi funziona così: la luce (e quindi l’immagine) di lonta- nissime galassie incontra nel suo tragitto verso la Terra un ammasso di galassie, il quale incurvando lo spazio in ragione della sua massa devia quella luce su percorsi tanto più ampi e contorti quanto più ele- vata è la massa e quanto più complessa è la sua distribuzione spaziale. Dal nostro punto di osservazione, l’immagine delle lontanis- sime galassie (riconoscibile dal redshift) ap- pare in tal modo sparpagliata all’esterno e all’interno del campo celeste occupato dall’ammasso che funge da lente, e appare sotto forma di brevi archi, di piccoli tratti e di punti più o meno irregolari. Tramite op- portuni modelli matematici è possibile tra- sformare tutte quelle strutture luminose in informazioni sulla distribuzione della massa totale all’interno dell’ammasso. Sottraendo ad essa la massa attribuibile alla materia vi- sibile si ricava la massa della materia oscura e la sua distribuzione. Prima dell’annuncio dato dal team di Jee non erano mai state osservate significative separazioni fra materia visibile e materia oscura, nemmeno negli ammassi in evidente fase di compenetrazione. La componente galattica di un ammasso che si scontra con un altro ammasso passa da parte a parte quasi senza interagire con l’altra compo- nente galattica, e ci si aspetta che la materia oscura vincolata alle galassie faccia altret- tanto, non essendo in grado di interagire nemmeno con sé stessa. Solo le componenti gassose ad altissima temperatura che avvi- luppano gli ammassi risentono degli effetti della collisione, proprio perché per le loro caratteristiche occupano lo spazio in modo molto più uniforme. Il risultato è che men- tre le galassie continuano indisturbate la loro corsa come in una giostra medievale, le più omogenee componenti gassose diffuse, scontrandosi frontalmente, si frenano rima- nendo pertanto attardate nel moto e fi- nendo col raccogliersi prevalentemente al centro della nuova struttura nata dalla fu- sione. Stando ai risultati ottenuti dal team di Jee, nel caso di Abell 520 la materia oscura si comporterebbe alla stregua della componente gassosa e quindi interagirebbe con sé stessa, cosa non prevista da nessun modello e non riscontrata altrove nell’uni- verso. Nel tentativo di mettere una pezza si è cominciato a ipotizzare che le misteriose

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