l'Astrofilo gennaio 2013

CORPI MINORI ASTROFILO l’ lare forma di Toutatis, che si presenta come una gigantesca arachide lunga 4,5 km e larga fino a 2,4 km. Dei due lobi dell’”ara- chide”, quello più piccolo manifesta una densità media superiore (del 15%-20%) a quella del lobo maggiore, la qual cosa la- scia sospettare che si tratti di due diversi asteroidi un tempo separati e successiva- mente saldatisi in un unico corpo per auto- gravitazione, probabilmente a seguito di un impatto a bassa velocità; i frammenti minori e la regolite prodottasi in epoche successive avrebbero definitivamente na- scosto la dualità dell’oggetto. La superficie dell’asteroide ha rivelato con sufficiente chiarezza strutture solo accen- nate in osservazioni precedenti, come ri- lievi collinari e crateri, ma anche punti brillanti sparpagliati qua e là, assai mute- voli al minimo variare delle condizioni di il- luminazione, interpretati dai ricercatori come massi liberamente rotolati sulla su- perficie a seguito di impatti meteoritici. La corposa sequenza di immagini raccolte con la parabola di Goldstone ha permesso di realizzare un’animazione che evidenzia parte della rotazione dell’asteroide, noto- riamente caotica. A differenza della stra- grande maggioranza degli altri corpi del sistema solare, l’asse di rotazione di Touta- tis è infatti caratterizzato da una preces- sione molto accentuata, che introduce vistose oscillazioni sul puntamento del- l’asse stesso. A fronte di una rotazione che si compie in 5,38 giorni, la precessione com- pleta un ciclo in appena 7,38 giorni (contro i quasi 26 000 anni della Terra), dando la sensazione che l’asteroide ruzzoli in modo scomposto lungo la sua orbita attorno al Sole (un po’ come un ovale da football americano lanciato malamente). All’origine di tale comportamento c’è sicuramente l’evoluzione collisionale attraversata da Toutatis, che ha prodotto l’attuale asimme- tria strutturale, ma possono essere interve- nuti anche altri fattori in grado di rallentare gradualmente il periodo di rota- zione, effettivamente molto lento per un oggetto così pic- colo. Uno di quei fattori può essere ad esempio l’ef- fetto YORP (da Yarkovsky-O'Kee- fe -Radz i ev sk i i - Paddack), che pro- voca un rallenta- mento della rota- zione a seguito dell’irraggiamen- to nell’emisfero in ombra del calore accumulato duran- te l’esposizione ai raggi solari. Tutte le osserva- zioni condotte su Toutatis hanno trovato ri- scontro in un approccio ancor più spetta- colare messo in campo dall’agenzia spa- ziale cinese, la China National Space Admi- nistration, che è riuscita un po’ a sorpresa a far giungere nei pressi dell’asteroide la sonda Chang’e-2. Quella navicella era stata lanciata verso la Luna nel 2010, all’inizio di ottobre, e rappresentava la seconda di tre tappe di un programma che ha come obiet- tivo finale lo sbarco di un rover sulla super- ficie lunare. Il compito della Chang’e-2 era quello di individuare un luogo adatto al- l’atterraggio del rover, che sarà trasportato quest’anno sulla Luna dalla Chang’e-3, at- tualmente in fase di messa a punto. Com- pletata la parte ufficiale della missione, la Chang’e-2 è stata poi inviata nel giugno 2011 verso il punto lagrangiano L2 del si- stema Terra-Sole, dove è arrivata nell’ago- A nimazione dell’orbita di Toutatis, confron- tata con le orbite dei quattro pia- neti più interni del sistema solare, nei mesi precedenti e seguenti il mas- simo avvicina- mento dello scorso dicembre.

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