l'Astrofilo gennaio 2012

ASTROBIOLOGIA ASTROFILO l’ Adottando il valore medio del 7% per un KBO distante 50 ua dal Sole (circa 7 mi- liardi e mezzo di km) troviamo che il flusso di luce riflesso verso la Terra è 360 volte meno intenso di quanto sarebbe se l’intera superficie dell’oggetto fosse illuminata come le nostre città. La parità tra i flussi naturale e artificiale viene raggiunta quan- do quest’ultimo è prodotto in un’area 19 volte più piccola della superficie del KBO illuminata dal Sole. Per fare un esempio, la luminosità apparente di un KBO di 1000 km di diametro visto dalla Terra sarebbe equivalente alla luminosità di un’ipotetica metropoli di tipo terrestre ampia 53 km (il doppio di Tokyo) e collocata sulla superfi- cie del KBO. Se riusciamo a vedere l’asteroide, allora possiamo vedere anche la città (da notare che Tokyo a 50 ua dalla Terra sarebbe di magnitudine 25 circa, quindi ben visibile con i più grandi telescopi oggi in attività), e quella che sembra una conclusione ba- nale diventa invece qualcosa di interes- sante allorché trasferiamo il discorso su un altro livello, quello dei pianeti extrasolari. Quando infatti gli astronomi avranno a di- sposizione i telescopi della prossima gene- razione, sia quelli al suolo con diametri di decine di metri sia gli “eredi” del telesco- pio spaziale Hubble, sarà possibile osser- vare direttamente un buon numero di pianeti in orbita attorno a stelle relativa- mente vicine a casa nostra. E qui si apre una prospettiva che può far impallidire persino i contattisti più esaltati, sempre che riescano a capire quanto la re- altà possa essere ben più sorprendente di certe strampalate fantasie: avremo la pos- sibilità, seppur remota, di osservare l’illu- minazione artificiale eventualmente pro- dotta da una civiltà aliena! È ragionevole ipotizzare che se la razza umana ha trovato utile illuminare la notte per poter svolgere più facilmente le pro- prie attività (tutte tranne quella di astro- N on riusciremo mai a vedere con i nostri tele- scopi il dito lumi- noso del celebre E.T. ma se gli es- seri che vuole rappresentare ac- cendessero ab- bastanza luci sul loro pianeta, e questo fosse ab- bastanza vicino, allora forse riusci- remmo a vederli.

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