l'Astrofilo gennaio 2012

meno una convergenza di opinioni sul fatto che dovrebbe essere "materia oscura fred- da", vale a dire fatta di particelle che non si stanno muovendo a frazioni significative della velocità della luce. Simulazioni della formazione dell'universo che ammettono la materia oscura fredda riescono a riprodurre molto bene la struttura osservata su larga scala, come gli ammassi di galassie e le stesse galassie. Pertanto, la materia oscura fredda, che non interagisce con la normale materia e che tende a collassare sotto il proprio peso, formando strutture legate, è assai po- polare. Tuttavia, c'è un effetto collaterale di questa tendenza a collassare sotto la spinta della propria gravità. I modelli prevedono che la distribuzione della massa all'interno delle galassie debba essere molto concentrata COSMOLOGIA ASTROFILO l’ questi scopi. Se riusciamo a misurare la ve- locità di rotazione di un determinato punto in una galassia, e sappiamo quanto è lon- tano quel punto dal centro della galassia, al- lora possiamo determinare quanta massa c'è entro quel raggio, assumendo che sia la gra- vità la forza che tiene assieme il sistema (quale altra se non quella?). Facendo questo semplice calcolo solitamente si ottiene che la massa contenuta dalla galassia è di gran lunga superiore alla massa di tutte le stelle, dei gas e delle polveri che possiamo osser- vare direttamente. La differenza viene attri- buita alla materia oscura. Un'argomentazione simile applicata ai moti delle galassie all'interno degli ammassi di galassie porta alla conclusione che anche questi sono dominati dalla materia oscura. Per quanto poco si sappia di essa, c'è nondi- I l “Bullet Clu- ster” è un am- masso di galassie che mostra la pre- senza della mate- ria oscura sotto forma di poten- ziale gravitazio- nale (in blu). La sua posizione non coincide con quella della mate- ria ordinaria (in rosa). A separare le due compo- nenti è stato uno scontro fra am- massi di galassie. [X-ray(pink): NASA/CXC/CfA/M. Markevitch et al.; Optical: NASA/ STScI; Magellan/ U.Arizona/D.Clow e et al.; Lensing Map (blue): NASA/STScI; ESO WFI; Magellan/ U.Arizona/D.Clow e et al.)]

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