l'Astrofilo gennaio 2012

ASTROFILO l’ nistra, spostamento verso il blu) o in allontanamento (“mezza campana” di destra, spostamento verso il rosso). Questa proprietà del filtro permette di capire se le protube- ranze si stanno avvicinando o allon- tanando rispetto all’osservatore, un modo interessante di sfruttare l’ef- fetto Doppler. Affinché la visione finale sia otti- male, è però necessario eliminare le frequenze multiple (dette anche ar- moniche) di quella ricercata, nonché i potenzialmente nocivi residui di luce infrarossa e ultravioletta, com- piti che nei Lunt vengono assolti dai filtri inseriti nella struttura del pri- sma diagonale, elemento irrinuncia- pli di essa. Si parla in questo caso di banda passante, una “fi- nestra” che può es- sere più o meno aperta variando la distanza fra i due piani semiriflettenti. Nei telescopi solari Lunt, una vistosa manopola permette di variare micro- metricamente l’inclinazione dell’eta- lon, operazione che consente la sintonizzazione in punti differenti del profilo della linea H-alfa, che va immaginata non come una riga di spessore nullo, ma piuttosto come una curva a forma di campana stretta, tagliata in due verticalmente dalla frequenza di 6562,8 Ångström. La leggera inclinazione dell’etalon da una parte e dall’altra permette dunque di sintonizzarsi su posizioni leggermente diverse da quelle dell’H-alfa a riposo, quindi o in avvi- cinamento (“mezza campana” di si- getto fa il resto, abbattendo gran parte della luce non rossa in entrata. La sezione più interessante del treno ottico dei telescopi solari Lunt è senza dubbio quella posta al centro del tubo, composta da due lenti correttive e dal filtro etalon. La prima delle due lenti, quella più vicina all’obiettivo, ha il compito di rendere paralleli i fasci luminosi in- curvati da quest’ultimo, in modo che arrivino perpendicolari all’eta- lon. La seconda ha un compito si- mile, poiché anche i raggi che escono dallo stesso etalon hanno una caratteristica inclinazione. Ma che cos’è il già più volte men- zionato etalon? È in pratica il cuore dei telescopi solari Lunt. Si tratta di un filtro interferenziale (noto anche come “interferometro Fabry-Pérot”), costituito da una coppia di superfici piano parallele semiriflettenti, di vetro o quarzo, separate fra loro da appena 1000- 2000 Ångström (1Å = 1,0×10 -10 metri) e che hanno la proprietà di abbattere le frequenze indeside- rate, sfruttando il principio dell’in- terferenza distruttiva. In parole povere, la luce prefiltrata che entra nell’etalon ne esce solo se ha una frequenza compatibile con quella dell’H-alfa o con multi- P rotuberanze al bordo e sul disco fotografate da Jo Dahlmans e Wouter Verhesen con un rifrattore Lunt. L’osservazione e la fotografia in H-alfa permettono di accedere a fe- nomenologie molto più dinamiche di quanto non accada in luce bianca. I n primo piano la doppia manopola del Dual Internal Stack Etalon System (DSII), una variante al singolo blocco di etalon che permette di ridurre i costi e di eliminare l’ostruzione dello stru- mento, in questo caso un LS80THa.

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