l'Astrofilo gennaio 2012

ASTROBIOLOGIA ASTROFILO l’ Già negli stessi anni ’80 alcuni modelli ma- tematici indicavano che questo scenario non era poi così improbabile, infatti la per- dita di materiale superficiale può essere agevolata dalla bassa resistenza opposta dall’atmosfera terrestre alla risalita dei frammenti (i cosiddetti “ejecta”), e ciò per- ché essi vengono a trovarsi, almeno in parte, a fuggire attraverso il “tunnel” sca- vato nell’atmosfera stessa dal corpo preci- pitato. Stiamo parlando di una gigantesca montagna che si infila nel fragile strato gas- soso che ci avvolge, viaggiando a velocità di alcuni km/s o addirittura di decine di km/s, come dire che l’impatto è pressoché istan- taneo, così come l’espulsione degli ejecta. La perdita di materiale su- perficiale è intuitivamente più efficace per la Luna e per Marte, che hanno gra- vità e quindi velocità di fu- ga inferiori a quelle della Terra, oltre ad atmosfere decisamente meno consi- stenti (praticamente inesi- stente quella della Luna). Nel caso del nostro pianeta, invece, oltre a presen- tarsi una maggiore azione frenante del- l’atmosfera, troviamo che la velocità di fuga è ben più elevata e ri- chiede quindi ai fram- menti in uscita una accelerazione iniziale rilevante (quindi alte energie), più facilmen- te raggiungibile con una favorevole geo- metria dell’impatto (è a questo proposito determinante l’angolo di incidenza dell’impatto). Più di un evento ha sicuramente soddisfatto tutte le condi- zioni necessarie e possiamo considerare una certezza la dispersione di crosta terrestre nel sistema solare. Ora, la presenza di bat- teri quasi ovunque sul nostro pianeta lascia ipotizzare che qualche loro colonia possa essersi ritrovata dispersa nello spazio, con una fioca probabilità di cadere su un altro corpo planetario. Certo, si deve ammettere che possa essere prima sopravvissuta alle severissime condizioni dell’impatto iniziale, e che sia stata poi in grado di sopravvivere in un ambiente ostile privo, fra l’altro, di ossigeno (ma questo è il meno, perché esi- stono diverse specie di batteri anaerobi). M eteorite di origine marziana. Se ne conoscono poche decine di esem- plari diversi. Sono la dimostrazione che può esserci scambio di mate- riale superficiale fra pianeti. I n basso nella foto è visibile un sospetto meteorite rin- venuto sulla superficie di Marte dal rover Spirit. Fram- menti di Terra potrebbero confondersi ancora meglio fra le rocce del pianeta rosso. [NASA/JPL/Cornell]

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