l'Astrofilo gennaio 2012

ASTROFILO l’ cesso hanno tradizionalmente considerato più l’evoluzione della materia oscura che non quella della materia ordinaria, sia per la maggiore abbondanza della prima sia per la relativa facilità di prevedere il suo compor- tamento, dato che interagisce solo gravita- zionalmente. Riprodurre il comportamento della materia barionica è invece molto più difficile, perché non solo interagisce gravita- zionalmente, ma va anche soggetta ad altri effetti come ad esempio la pressione del “vento” prodotto dal gas che collide, e la in- tensa radiazione conseguente alla produ- zione di nuove stelle. Così, per lungo tempo il dilemma è stato che abbiamo simulazioni dettagliate di come la materia oscura evolve nell’universo, for- mando la componente oscura delle galassie, e per contro abbiamo solo una visione teo- rica molto approssimativa di come evolve la componente luminosa. Poiché è solo que- st’ultima che possiamo osservare diretta- mente, è sempre stato difficile comparare teoria e pratica. Un valido esempio di come tutto ciò possa creare problemi è nella de- terminazione della durata del processo di fu- sione di una coppia di galassie: per quanto tempo rimangono come noi le vediamo? Ec- cellenti simulazioni sul ruolo della materia oscura in tali fusioni sono in circolazione già dagli anni ’70, ma da sempre seguire l’evo- luzione della materia barionica è stato molto più complesso e solo ora siamo vicini a una risposta esaustiva. Se la fusione è uno degli elementi più rile- vanti nell’evoluzione delle galassie, uno dei suoi aspetti più importanti da valutare è quanto spesso le galassie vanno soggette a fusioni con altre galassie di una determinata massa. Che cosa possiamo fare dal punto di vista osservativo per risolvere il problema? Le scale temporali e spaziali associate al- l’evento fusione sono enormi per gli stan- Q uesta simulazione composta da 36 milioni di particelle illustra la nascita di una galas- sia ellittica a partire dalla fusione di due galassie spirali, un evento piuttosto comune nell’uni- verso. Grazie a simulazioni come questa è stato possibile stimare il periodo di tempo entro il quale rimangono visibili gli effetti dell’intera- zione gravitazionale fra gli oggetti coinvolti. [F. Bournaud at CEA/CCRT on the NEC-SX8R] : : : : : : : : : :

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