l'Astrofilo dicembre 2011

ASTRONAUTICA ASTROFILO l’ Una pioggia di spazzatura spaziale S embra che nelle ultime settimane Giove Pluvio si sia messo al passo con i tempi moderni e che al posto di gocce d'acqua stia facendo piovere sulla Terra manufatti di alta tecnologia. È recentissima l'allerta solle- vata dai mezzi di informazione per la caduta dei satelliti UARS (Upper Atmosphere Rese- arch Satellite) della NASA, e ROSAT (ROen- tgen SATellite ) di costruzione anglo-tedesca. Riservandoci di deprecare in una futura occa- sione il comportamento dei media generalisti in quelle due occasioni, focalizziamo qui la nostra attenzione su ciò che è il problema della cosiddetta “spazzatura spaziale”. La sua origine risale al 1957, anno in cui fu lanciato il primo satellite artificiale, e per il successivo mezzo secolo le agenzie spaziali dei vari Paesi in competizione per la supremazia spaziale non hanno mai pensato a un sistema capace di mantenere pulito lo spazio intorno alla Terra. È così che oggi ci troviamo ad avere in orbita circa 20000 oggetti di dimensioni su- periori a 10 cm, e fino a 500000 oggetti di di- mensioni tra 1 e 10 cm. Per la maggior parte si tratta di satelliti in disuso, stadi superiori di razzi vettori, frammenti di satelliti esplosi o utilizzati per esperimenti militari e quindi successivamente distrutti. I frammenti che orbitano intorno al nostro pianeta vengono catalogati da sistemi radar e ottici che continuamente ne tracciano il percorso orbitale; la tecnologia a nostra di- sposizione ci permette di identificare fram- menti dell’ordine di grandezza del centi- metro, mentre frammenti ancora più piccoli sfuggono all’indagine. Questi ultimi sono ovviamente innocui per chi vive sulla super- ficie del pianeta (al massimo li vediamo sotto forma di meteore), ma possono essere micidiali per gli astronauti impegnati in at- tività extraveicolari. Il NASA Orbital Debris Program Office, si- tuato presso il Johnson Space Center, è il centro principale della NASA preposto alla ricerca e alla catalogazione dei detriti spa- ziali. Presso il centro vengono sviluppati mo- delli matematici di predizione dell’evolu- zione orbitale e della mitigazione dei rischi di impatto fra satelliti e di impatto con la su- perficie terrestre. Come detto precedentemente, il centro uti- lizza vari sistemi radar e ottici dislocati in varie zone degli Stati Uniti per scandagliare il cielo. Tra questi vi è il Cobra Dane radar si- tuato presso Shemya Island; è un radar che può rilevare oggetti più piccoli di 5 cm ed è uno dei migliori strumenti fra quelli che contribuiscono alla catalogazione dei detriti spaziali. Altri due radar molto importanti sono l’Haystack e l’HAX radar, situati presso La recente caduta di due satelliti scientifici ha portato all’attenzione di tutti il problema della cosiddetta “spazzatura spaziale”. Vediamo qual è la situazione attuale e che cosa si sta facendo per limitare i rischi. di Paolo Laquale

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