l'Astrofilo dicembre 2011

CLIMATOLOGIA ASTROFILO l’ pianeta conobbe almeno due spaventosi episodi di glaciazione totale, che si verifica- rono lungo l’Era Neoproterozoica, iniziata 1 miliardo di anni fa e terminata 530 milioni di anni fa. Per la precisione, il periodo più coinvolto da quegli eventi fu il Criogeniano (nome non casuale…), compreso fra 850 e 630 milioni di anni fa. In quel remoto lasso di tempo, per ben due volte (forse tre) il no- stro pianeta fu stretto nella morsa dei ghiacci e le temperature massime piomba- rono a circa -50°C, una si- tuazione che perdurò in en- trambe le occasioni (note come glaciazioni Marinoan e Sturtian) per almeno 10 o forse 20 milioni di anni. Stu- diando quegli accadimenti, nel 1992 Joseph Kirschvink coniò il termine “Snowball Earth”, con un chiaro riferi- mento all’aspetto assunto in quelle occasioni dal no- stro pianeta. Ma quante certezze ab- biamo sul fatto che la Terra sia stata davvero ricoperta dai ghiacci nella sua inte- rezza? Praticamente nes- suna e infatti l’argomento è tutt’ora molto dibattuto. Del possibile fenomeno si iniziò a parlare dopo che il geologo ed esploratore austra- liano Douglas Mawson scoprì quasi un se- colo fa nel sud del suo Paese dei sedimenti di indubbia origine glaciale all’interno di strati rocciosi risalenti al Neoproterozoico. L’unico modo per spiegarne la presenza era ammettere che fossero stati lasciati in quel luogo da una remota glaciazione giunta fino alle latitudini australiane, e questa convinzione crebbe fino a far nascere, un po’ frettolosamente, l’ipotesi della Snow- ball Earth. Negli anni ’60, però, quell’ipotesi iniziò a va- cillare per l’incalzare di evidenze che porta- vano in direzioni opposte. Un primo colpo venne inferto da un climatologo russo, Mi- khail Budyko, il quale, sviluppando un mo- dello matematico per studiare il fenomeno, scoprì che un avanzamento delle calotte po- lari, provocato da fattori imprecisati, sa- rebbe effettivamente potuto giungere fino all’equatore grazie al fatto che l’aumento dell’albedo (riflettività superficiale) dovuta alla crescente quantità di ghiaccio avrebbe favorito la formazione di quest’ultimo. Dunque un meccanismo a cascata dal qua- le non dovrebbe esserci più ritorno, e poi- ché non viviamo su una palla di ghiaccio la conclusione di Budyko fu che non c’è mai stata alcuna Snowball Earth. Un secondo colpo venne, pressoché negli stessi anni, dal consolidarsi della teoria della tettonica a zolle, proposta compiu- tamente nel 1912 da Al- fred Wegener e poi rima- sta per mezzo secolo in at- tesa di conferme. Elemento essenziale di que- sta teoria è la continua mi- grazione delle placche con- tinentali, che in periodi di decine di milioni di anni cambiano completamente i connotati al nostro pia- neta, ridistribuendo le terre emerse. Per farla breve, quando i depositi glaciali scoperti da Mawson furono lasciati in quei luoghi dal ritirarsi dei ghiacci, l’Australia si trovava da tutt’altra parte, a latitudini ben più polari. Incassati i due pesanti colpi, ai sostenitori della Snowball Earth c’è voluto del tempo prima di riprendersi, ma negli anni succes- sivi sono riusciti a opporre alcune argomen- tazioni piuttosto convincenti. Intanto, per uscire da una totale glaciazio- ne, alla Terra sarebbe stato sufficiente l’ef- fetto serra creato dall’anidride carbonica rilasciata in atmosfera dalle eruzioni vulca- niche, sicuramente presenti anche durante il Neoproterozoico. Una concentrazione di CO 2 atmosferica 350 volte superiore all’at- tuale (valore verosimilmente raggiungibile in 10-20 milioni di anni) avrebbe posto fine all’era glaciale in appena un migliaio di anni, portando successivamente le tempe- rature massime a +50°C (una spaventosa escursione che avrebbe favorito la cosiddet- ta “esplosione Cambriana”, caratterizzata da U na palla di ghiaccio con poche aperture in corrispondenza delle acque aperte tropicali e dei mari più stretti. È questo lo senario oggi più accreditato per la rappre- sentazione della Snowball Earth.

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