l'Astrofilo dicembre 2011

STRUMENTI ASTROFILO l’ fascia di prezzo ha teoricamente ben coscienza delle problematiche termiche e di equilibrio termico di uno strumento per alta risoluzione. Con semplici programmini scaricabili dal web si può evincere quanto ra- pido sia il raggiungimento in tempe- ratura del telescopio, ma ancora di più come sia facile mantenere la dif- ferenza tra il vetro e l’ambiente esterno (il delta termico) sotto con- trollo. Il secondario (si veda foto alla pagina seguente) è di dimensioni adeguate, non tanto per la mania tutta amatoriale di ricercare ostru- zioni infinitesime, quanto per man- tenere i rapporti meccanici, le distanze di primario e secondario e il back focus perfettamente in armo- nia tra di loro (è inutile possedere uno strumento ostruito al 20% per rendere poi il medesimo difficil- mente utilizzabile con una congerie di raccordi, sistemi di ripresa o di os- servazione visuale). Il secondario ha un fattore di moltiplicazione di 5x, il che significa che moltiplica per 5 la focale del primario. Un valore abba- stanza elevato e che raramente viene applicato da altri costruttori. Quel fattore implica la necessità di lavorare molto bene le superfici ottiche e di utilizzare parti meccani- che molto precise; se questi elementi possono sembrare un costo super- fluo così non è. Innanzitutto si ha la garanzia che la costruzione ottica ha dei parametri severi che obbligano il costruttore a fare molta attenzione prima di certificare il tubo ottico; in secondo luogo, si ha che l’effetto leva e il peso sono estremamente con- tenuti, a tutto vantaggio delle montature amato- riali. Il risultato di questa attenzione costruttiva è riassunto in questa imma- gine di Saturno, fatta con lo strumento qui presen- tato, posizionato su una montatura Celestron CGEM; il seeing non era dei migliori. Le ottiche sono realizzate da un co- struttore inglese, Oldham Optical, rappresentato in Italia da NortheK. L’ottica è a diffrazione limitata e questo permette al sistema di lavo- rare al massimo consentito dal dia- metro. Per gli amanti dei numeri, ogni singolo specchio è accompa- gnato da un certificato ottico rila- sciato dal costruttore (tipicamente PtoV 1/10, RMS 1/30, Strehl 0,96 -550 nm-; questi parametri sono ottenuti in autocollimazione con il metodo Double Pass Null). Per chi vuole ulte- riori migliorie dal punto di vista ot- tico, il vetro può essere sostituito con Supremax 33 di Schott (il nuovo Pyrex) o il più performante in asso- luto Clearceram-Z di Ohara, un vetro ceramico a dilatazione praticamente nulla (ma di costo pari a circa 9 volte il Supremax 33). Sono queste, ovvia- mente, finezze riservate ad utenti che non accettano compromessi. L’ottica viene alloggiata in una cella modulare che il costruttore applica a tutti i telescopi di questo diametro. Il suo nome commerciale è Stabilo- bloK 25. È realizzata da lamierati in lega di alluminio, spianati (nessun telescopio serio usa lamierati non spianati, basta visitare i costruttori più qualificati, anche di strumenti molto grandi), lavorati con normali macchine a controllo. Il progetto è stato rivisto diverse volte e oggi viene montata quella che si può de- finire la versione definitiva (retrofit- tata in tutti i telescopi prodotti): 6 pads laterali di supporto e centrag- gio, in sistema anti mirror flop centrale, 18 punti flottanti montati su cusci- netti in acciaio e bronzo sinterizzato, maschera pe- rimetrale sul vetro prima- rio. Molta attenzione si è posta sul fatto che si la- vora con vetri sottili, quindi le deformazioni in- dotte dalla meccanica possono essere dietro l’angolo e molto delete- rie. Per tale ragione si è scelto il sistema flottante a 18 punti (ritenuto da al- cuni eccessivo, ma all’atto pratico ha eliminato ogni deformazione non prevista sul disco di vetro), montato e realizzato con buona precisione. A questi livelli ba- stano infatti lievi scostamenti dal calcolo eseguito al simulatore per avere risultati non ottimali, tanto che nella cella viene “rodato” in fab- brica il sistema degli snodi (foto qui sopra) e poi se ne misurano le forze di reazione che devono essere am- piamente dentro le tolleranze pro- gettuali. Un dettaglio estremamente importante è l’innovativo sistema di collimazione del primario, realizzato con un sistema che utilizza microme-

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