l'Astrofilo dicembre 2011

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ facole, vi è quasi sempre una componente di disturbo. Se ci sono ad esempio più mac- chie sull’emisfero in avvicinamento, signifi- ca che da quella parte più che nell’altra la convezione del plasma è meno efficiente e quindi c’è un complessivo minore movimen- to di materia verso l’osservatore, che si traduce in una lieve diminuzione del blu nell’effetto Doppler e conseguentemente in un apparente allontanamento della stella. Il contrario avviene se le macchie prevalgono nell’emisfero che si allontana (la stella sem- bra avvicinarsi all’osservatore). Si potrebbe obiettare che monitorando una stella per un periodo opportunamente lun- go, il rumore dovuto alla presenza tempo- ranea delle macchie (o di altra vistosa fenomenologia) può essere separato da quello dell’eventuale pianeta. Ma non è così. Intanto non sappiamo se in mezzo a quel rumore esiste una periodicità riferibile a un pianeta sconosciuto; inoltre la stessa ir- regolarità nella comparsa delle macchie su periodi anche lunghi rende pressoché im- possibile attribuire una parte dell’oscilla- zione delle righe spettrali a qualcosa che non possa essere riferibile alla stessa attività fotosferica. Stiamo parlando di un rumore che può pro- vocare mediamente oscillazioni delle righe equivalenti a velocità radiali di 40-50 cm/s (Meunier et al. 2010; Dumusque et al. 2011), quindi 5-6 volte superiori a quelle che pro- vocherebbe un’altra Terra. Non bastasse questo, il rumore è per di più tanto mag- giore quanto più rapido è il moto rotatorio I l pianeta più si- mile alla Terra fi- nora scoperto è HD 85512b. Orbita attorno a una nana arancione della costellazione australe delle Vele. In alto è ri- portato il campo stellare che la in- clude, con un in- grandimento della regione attorno ad essa. Più a de- stra una rappre- sentazione del pianeta. [ESO and Digitized Sky Sur- vey 2, D. DeMartin, M. Kornmesser] K epler opera su una ristretta regione cele- ste (indicata dai quadra- tini) compresa fra le co- stellazioni del Cigno e della Lira. Il telescopio copre un’area di appena 105° quadrati contro i 41253° quadrati dell’in- tero cielo. Poiché ha già individuato ben oltre 1200 potenziali pianeti, quelli rilevabili complessi- vamente con la sola tec- nica dei transiti potrebbe- ro essere quasi mezzo mi- lione! [Carter Roberts]

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