l'Astrofilo dicembre 2013
PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ e dell'entità della variazione fotometrica, i ricercatori avevano stimato per quel pia- neta, denominato Kepler-78b, un diametro non lontano dai 15000 km, mentre dalla ve- loce rivoluzione hanno dedotto una di- stanza dalla stella di appena 1,5 milioni di km, che comporta una temperatura della su- perficie planetaria di circa 2000°C. Una tem- peratura tanto alta è di per sé già indicativa del fatto che molto probabilmente siamo in presenza di un corpo piuttosto denso, in- fatti se Kepler-78b fosse costituito di ele- menti più leggeri di quelli che compongono la crosta terrestre sarebbe evaporato da tempo o, nel migliore dei casi, starebbe eva- porando ancora oggi, fenomeno che ad esempio interessa un altro pianeta extraso- lare, KIC 12557548b. Ma una densità suffi- cientemente alta da mantenere in esistenza Kepler-78b non spiega come quel pianeta sia giunto dove lo vediamo. Di certo non può essere nato lì, perché quando quel si- stema si formò, la giovane Kepler-78 era più espansa di quanto non sia oggi, al punto che l'attuale orbita del suo pianeta si sa- rebbe trovata dentro la stella, ambiente nel quale un pianeta non può formarsi, per in- tuibili motivi. E per le stesse ragioni non può nemmeno essere migrato su quell'orbita, vuoi perché quando quell'operazione po-
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