l'Astrofilo dicembre 2013

CORPI MINORI ASTROFILO l’ mosfera che negli ultimi 20 anni han- no prodotto un'e- nergia superiore a 1 kiloton indica che il loro numero è da 4 a 7 volte mag- giore di quanto i modelli avevano stabilito sulla base del conteggio tele- scopico di asteroidi potenz i a lmente pericolosi. In so- stanza, la loro po- polazione è stata finora ampiamente sottovalutata e a conti fatti anziché aspettarci un im- patto rischioso ogni 120-150 anni, possiamo più ragionevolmente aspettarcelo ogni 30- 40 anni, come afferma Peter Jenniskens, del NASA's Ames Research Center. Di qui l'im- portanza di studiare approfonditamente ogni aspetto di ciò che è accaduto lo scorso 15 febbraio. Fino a quando non saranno note tutte le orbite di tutti gli oggetti po- tenzialmente pericolosi il cui diametro ec- cede i 5 metri, esisterà sempre il pericolo di eventi ad alto rischio. Purtroppo non basta una rete di sorveglianza in grado di preve- dere con qualche giorno di anticipo la caduta di una grossa meteorite (o piccolo asteroide, se si preferisce), perché non sempre quel tipo di minaccia si muove nel cielo notturno. Se la meteo- rite si muove verso la Terra provenendo da una dire- zione abbagliata dal Sole, o comunque pervasa dalla luce diurna, non c'è modo di avvistarlo, rimane del tutto invisibile per qualunque te- lescopio ottico. È esatta- mente ciò che è accaduto in occasione dell'evento di Che- lyabinsk, con la meteorite che nelle 6 settimane prece- denti l'impatto sì è mossa sempre nel cielo illuminato, piombando a sorpre-sa sul nostro pianeta di prima mat- tina. A quando il prossimo impatto? Ma soprattutto, sulla testa di chi? n U n altro esem- pio di fram- mento della me- teorite di Chelya- binsk fotografato prima e dopo il recupero. Il cam- pione in questo caso è più piccolo (il cubo ha sem- pre 1 cm di lato). pesa solo 49 gram- mi e la sua crosta di fusione si è parzialmente rot- ta, mostrando la mescola interna di silicati e altri composti. [P. Mu- romov, S. Buhl]