l'Astrofilo dicembre 2012

EVOLUZIONE STELLARE ASTROFILO l’ superare alla stella degenerate il limite di Chandrasekhar prima che possa innescarsi la fase di nova e quindi prima che tutto si “resetti”. Chiaramente è richiesto che la somma delle masse delle due nane superi 1,44 masse solari, altrimenti in nessun modo potrà esplodere la supernova. Wheeler prevede che in siffatti sistemi le nane rosse più leggere, quelle prive di un vero e proprio nucleo e caratterizzate unica- mente da moti convettivi, ovvero quelle con masse comprese fra 0,2 e 0,35 masse solari, possano finire completamente aspirate. Mentre quelle con masse fino a 0,6 masse so- lari, limite superiore per definizione delle nane rosse, possono in qualche modo so- pravvivere, sebbene notevolmente allegge- rite. Completa dissoluzione o piccolo residuo dalla bassissima luminosità sarebbero il mo- tivo per cui nemmeno il telescopio spaziale Hubble è finora riuscito a trovarne all’in- terno dei residui di supernovae Ia . Wheeler fa notare che anche statistica- mente il suo nuovo modello ha basi solide, in quanto nane rosse e nane bianche sono di gran lunga le stelle più diffuse e i sistemi binari misti da esse formati sono di conse- guenza i più frequenti. Uno studio di quest’anno (Law et al.) ha sti- mato che 1 nana rossa su 1000 fa coppia con una nana bianca, e poiché da altre re- centissime ricerche è emerso che solo nella nostra galassia le nane rosse sono circa 10 12 e le nane bianche circa 10 10 , se ne deduce che possono esistere 1 miliardo di binarie “biancorosse”, con tutte le combinazioni di masse possibili per quelle tipologie. Consi- derando i tempi medi del raggiungimento del limite di Chandrasekhar in quei sistemi, il loro numero porta a stimare 0,01 eventi di supernova Ia all’anno, quantità pressoché corri- spondente a quella effetti- vamente riscontrata attra- verso le osservazioni. Il nuovo modello di Whee- ler, chiamato “modello della vedova bianca” (per analogia col “modello del- la vedova nera” che invece di una nana bianca ha per protagonista una più oscura stella di neutroni), sembra dunque in grado di render conto da solo di tutti gli eventi Ia , o quanto meno di rimpiazzare il mo- dello a singolo degenerato, che come abbiamo visto ha diverse lacune. Il modello a doppio degene- rato resta invece un’incognita, poiché sem- bra ovvio che vi siano fusioni fra nane bianche, dato il rilevantissimo numero di quelle stelle, ma che sia quello il meccani- smo responsabile della gran parte delle Ia è discutibile. Non si può nemmeno esclu- dere che tutti e tre i modelli qui sintetizzati siano validi, resta però da capire in quale misura e questo non è semplice. I l residuo della supernova di Tycho è un altro di quelli in cui nemmeno i più potenti te- lescopi spaziali sono riusciti a scovare la misteriosa compa- gna della stella che nel 1572 è esplosa come supernova di tipo Ia . [NASA] n

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