l'Astrofilo dicembre 2012

EVOLUZIONE STELLARE ASTROFILO l’ teria sulla compa- gna e che pertanto quella materia sa- rebbe ricca di elio e di metalli. In questo caso la miscela che verrebbe a crearsi sulla superficie della nana bianca sareb- be meno facilmente combustibile di una miscela ricca di idro- geno e ciò attenue- rebbe il rischio nova, appesantendo pro- gressivamente la nana bianca fino al rag- giungimento della massa critica. Se il trasferimento avvenisse da una stella molto evoluta, nello spettro della super- nova dovrebbero però risultare tracce di contaminazione ad essa imputabili, cosa che in vari casi è controversa. Non sembra dunque azzardato supporre che i modelli SD e DD non siano in grado di rappresen- tare tutte le supernovae Ia . Conferme in questo senso sono venute negli ultimi due anni da ricerche condotte sulla SN 2011fe, apparsa in un sistema formato da una nor- male nana bianca e da una stella il cui dia- metro è risultato almeno 10 volte inferiore a quello del Sole, quindi tutt’altro che gi- gante. Dimensioni tanto modeste sono evi- dentemente attribuibili a una stella nana, verosimilmente rossa di tipo M, che proprio per le sue caratteristiche non è però in grado di riempire il suo lobo di Roche, re- quisito finora ritenuto essenziale. I lobi di Roche sono zone di spazio a forma di goccia nelle quali predomina la gravità di ciascuna delle due stelle del sistema bi- nario. Le due “gocce” sono unite e comuni- canti attraverso i vertici, un po’ come acca- de nelle clessidre. Affinché possa esserci tra- sferimento di materia da una stella all’altra, tipicamente da quella più rarefatta verso quella più compatta, è necessario che la prima riempia il suo lobo, il che avviene più facilmente se la stella è o diventa gigante e se la stella ricevente è particolarmente vi- cina. Una volta riempito il lobo, la materia comincia a fluire verso l’altro lobo e quindi verso la superficie dell’altra stella. Nel caso della SN 2011fe, la nana rossa non può aver riempito il suo lobo, in quanto troppo poco massiccia, e quindi il trasferi- mento di materia deve necessariamente aver seguito un percorso diverso. È forse quella supernova, per motivi ignoti, una A destra ve- diamo sche- maticamente lo scenario dell’im- magine prece- dente, con indicati i dettagli di mag- giore interesse.

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