l'Astrofilo dicembre 2012

BUCHI NERI ASTROFILO l’ oggetto, ma l’impresa non è affatto sem- plice. Quel buco nero, al pari dei suoi simili, potrebbe rivelarsi nei raggi X, interagendo con un possibile disco di accrescimento for- mato di gas, ma la principale sorgente di quel gas sono i venti delle stelle OB ancora presenti al centro dell’ONC, il cui tasso di produzione è stimato inferiore a 1/100000 di masse solari all’anno. Considerando che il buco nero riuscirebbe a catturare meno di 1 miliardesimo di quel quantitativo, l’even- tuale emissione X mediamente associata al disco di accrescimento si confonderebbe fa- cilmente con quella più abbondante emessa dalle medesime stelle OB. Maggiori chances di successo si avrebbero se il buco nero fosse parte di un sistema binario, dove l’altra componente è una stella gigante che trasferisce massa verso lo scomodo vi- cino, ma sebbene que- sto scenario risulti teoricamente diffuso (2 casi su 3) non sem- bra caratterizzare l’og- getto in questione. Un’ultima via per loca- lizzare con sufficiente precisione il buco ne- ro del Trapezio consi- ste nel determinare la distribuzione delle masse coinvolte a par- tire dalla dispersione delle velocità delle stelle poste in prossi- mità del centro del- l’ammasso. Purtroppo, nemmeno i tentativi fatti in tale direzione hanno fornito una ri- sposta inequivocabile, e questo perché è stato possibile attri- buire alla massa del buco nero, stimata fra 100 e 200 masse solari, solo una parte nem- meno troppo rilevante (circa il 10%) della di- spersione totale delle velocità. Solo restrin- gendo le misurazioni entro un raggio di circa 0,2 anni luce dal baricentro si potrebbe portare la percentuale al 25%, ma il numero di stelle coinvolte diventerebbe così basso da rendere il risultato poco affidabile, e così il misterioso oggetto continuerà a nascon- dersi per chissà quanto altro tempo in uno dei campi stellari più osservati da astronomi e astrofili. Dando per scontato che esista (cosa estrema- mente probabile), quel buco nero ha già un primato, è infatti il più vicino al nostro pia- neta, superando quello del sistema di V4641 Sagittarii, lontano 1600 anni luce, quindi circa 300 anni luce in più. Non si può ovvia- mente escludere che ve ne siano diversi altri molto più vicini, ma al momento non si hanno indizi in tal senso. P rimo piano del Trapezio realiz- zato assemblando più immagini otte- nute con il telesco- pio spaziale Hub- ble. È lampante l’effetto della ra- diazione della stella più massiccia sui bozzoli di al- cuni giovani astri. Lì, da qualche par- te, si nasconde un buco nero di 100- 200 masse solari. [NASA, C.R. O'Dell and S.K. Wong (Rice University)] n

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