Astrofilo novembre 2013

MARTE ASTROFILO l’ impatti), sono con ogni probabilità ciò che resta di gigantesche caldere vulca- niche, che esaurirono la loro poderosa attività nel primo miliardo di anni di esi- stenza del pianeta, un'epoca di cui sap- piamo molto poco. Quando si parla di supervulcani ci si ri- ferisce a strutture decisamente diver- se dai classici vulcani a scudo come il Mons Olympus o i vulcani hawaiiani, o come i normali vulcani a cono. I super- vulcani non sono montagne imponenti, in quanto le loro eruzioni esplosive, ti- piche delle fasi giovanili dei pianeti rocciosi, sono paragonabili a una ra- pida inondazione, che si esaurisce in uno o più episodi incapaci di accrescere un edificio vulcanico stabile al di sopra della camera magmatica. Al contrario, le supereruzioni producono gigante- S opra, il contesto areografico della re- gione settentrionale di Arabia Terra, con tratteggiati alcuni dei supervulcani in- dividuati da Michalski e Bleacher. A destra, riprese in maggior dettaglio della com- plessa morfologia di Eden Patera. Questa struttura è il miglior esempio marziano di ciò che resta di un supervulcano. [NASA]

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