Astrofilo novembre 2013
NOVEMBRE 2013 MARTE 36 ASTROFILO l’ La reinterpretazione di alcune strutture superficiali di Marte getta nuova luce sull'evoluzione geologica e climatica del pianeta. Una serie di gigan- tesche eruzioni vulcaniche potrebbe aver reso i primi miliardi di anni della sua esistenza meno fa- vorevoli del previsto alla comparsa della vita. I supervulca C he i più grandi vulcani inattivi del si- stema solare siano ospitati da Marte non è una novità. A dispetto delle sue relativamente piccole dimensioni, quel pia- neta vanta vette che raggiungono altezze pari al triplo di quelle del nostro Everest e che arrivano ad avere ampiezze alla base grandi quanto l'Italia. L'esemplare più noto è il Mons Olympus, individuato dagli astronomi già nell'800 sotto forma di struttura dalla pe- culiare albedo. Se quei vulcani ci sembrano già enormi, sono in realtà modesti se para- gonati ai rappresentanti della nuova classe di supervulcani presentata all’inizio di ottobre da Jo- seph Michal- ski (Planetary Science Institute, Tucson; Natural History Museum, UK) e Jacob Bleacher (NASA Goddard). I due ricercatori hanno riesaminato immagini satellitari e dati collezionati da varie sonde che hanno orbitato attorno a Marte negli ul- timi 15 anni, trovando che alcune strutture in passato considerate ampi crateri da im- patto, pesantemente erosi da agenti geolo- gici e atmosferici (oltre che da successivi
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjYyMDU=