Astrofilo novembre 2013

CORPI MINORI ASTROFILO l’ Q uesto schema mette in evi- denza la sostan- ziale stabilità nel tempo del rap- porto fra argon-36 e argon-38 nelle atmosfere dei corpi più massicci del sistema solare e anche della Terra, ed evidenzia altresì l’incertezza delle misurazioni delle sonde Viking e la più precisa ri- levazione fatta da Curiosity, che di fatto conferma la natura delle me- teoriti marziane. A destra vediamo una meteorite marziana unica, la Black Beauty (NA 7034), caratteriz- zata da una me- scola di breccia basaltica. Pesa 320 g, ha 2,1 miliardi di anni e contiene la più elevata quantità di acqua finora riscontrata fra tutte le meteo- riti marziane. [Univ. of New Me- xico, Carl Agee] e dall'esame della composizione di quel- l'aria ad opera dello spettrometro di massa SAM (Sample Analysis at Mars). Quelle cam- pionature fissano il rapporto attuale fra argon-36 e argon-38 a 4,2±0,1. Data l'elevata precisione dello stru- mento impiegato, ca- pace di individuare anche poche parti per milione, quella misu- razione può essere considerata la dimo- strazione più evidente dell'esistenza di un nesso stretto fra Mar- te e le SEC, e al tempo stesso può servire da metro per escludere da quelle categorie e- ventuali meteoriti in- truse. Il fatto che i campioni di aria marziana esa- minati sulla Terra for- niscano valori dal 15% inferiori al 7% superiori al valore mi- surato da Curiosity potrebbe voler dire o che le meteoriti collo- cabili agli estremi della forchetta non sono di origine marziana, oppure che la loro for- mazione ebbe modalità e tempi diversi. Pensiamo ad esempio a roccia fusa a se- guito di un impatto asteroidale o di un'eru- zione vulcanica, che si raffredda risalendo verso lo spazio esterno: essa potrà inglo- bare diverse abbondanze relative di isotopi di argon e di altri elementi a seconda del- l'altezza alla quale il gas viene intrappolato e inizia la solidificazione della roccia. Più in alto ciò avviene più saranno ricorrenti gli isotopi leggeri. Rocce scagliate via diretta- mente dalla superficie, ad esempio a se- guito di un impatto radente, senza totale fusione delle stesse, potrebbero invece conservare una primitiva mescola isotopica

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