Astrofilo novembre 2013

CORPI MINORI ASTROFILO l’ prat- tutto do- po le missio- ni Apollo. Geologi e astronomi iniziarono allora a guardare a Marte come possibile luogo di prove- nienza di quelle strane rocce, ipotiz- zando che l'impatto di grandi asteroidi o il verificarsi di titaniche eruzioni vulcaniche avrebbero potuto scagliare materiale mar- ziano verso il sistema solare interno e che parte di questo sia poi caduto sulla Terra. Se quelle meteoriti fossero state realmente marziane, ci si poteva aspettare che tra es- se e il pianeta esi- stessero af- fini- tà marca- te, e un elemento chia- ve per procedere a un confronto poteva es- sere il rapporto fra le quantità di due iso- topi dell'argon, il 36 e il 38. L'argon è un gas nobile, quindi inerte e come tale non si lega a nessun altro atomo o composto, per- tanto il rapporto di 5,5 atomi di argon-36 contro 1 di argon-38 che caratterizza il no- stro sistema solare dalla sua nascita, do- vrebbe essere rimasto inalterato anche nell'atmosfera di Marte, se ne frattempo non sono intervenuti meccanismi in gra- do di alterarlo (questo indipendente- mente dal quantitativo assoluto dei due isotopi, presenti tipicamente in piccole quantità). Un fattore determinante al man- tenimento della proporzione di cui sopra è la massa e di conse- guenza la forza gravitazionale del corpo celeste sul quale il gas è presente. Nel caso delle atmosfere di Sole e Giove, ad esempio, le due abbondanze so- S opra, una se- zione della shergottite Dar al Gani 1037, ritro- vata nel deserto li- bico nel 1999. La venatura più scura si è originata per fusione a seguito di un violento im- patto. Il campione misura 63x45 mm. [Meteorites Au- stralia Collection] A sinistra, la sher- gottite NWA 4468, recuperata nel Sa- hara occidentale. Pesa ben 675 g. La crosta da fusione nasconde una me- scola di minerali dalla tonalità chia- ramente marziana. [Greg Hupé]

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