Astrofilo_novembre2012
7 PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ NOVEMBRE 2012 to che Curiosity abbia individuato i primi torrenti asciutti sulla superficie di Marte, confermando una volta per tutte le ipotesi che vogliono la presenza di acqua libera in superficie in epoche molto remote. Finora c’erano solo indizi, per quanto solidi, ora ci sono anche prove inconfutabili. I greti dei torrenti si sviluppano ai piedi del monte Sharp (un rilievo alto fino a 5,5 km che occupa una parte cospicua del cratere Gale, il cui diametro è di 154 km) e si inse- risce perfettamente in una struttura a del- ta di origine alluvionale già individuata da sonde in orbita, che ha vertice in direzione del bordo del cratere e che si apre in una rete di canali più o meno tortuosi che scen- dono a valle, in direzione di Sharp. Grazie all’osservazione ravvicinata di Link e di Hottah, l’intera struttura a delta, ampia circa 50 km 2 , assume ora una connotazione ben precisa, testimoniando una rilevante at- tività idrologica, a lungo sospettata ma fino- ra mai dimostrata con assoluta certezza. Ciò che invece i geologi non si aspettavano di lo scorrere di acqua su Marte non è stato un fenomeno effimero. Dalle dimensioni e dalla forma delle rocce conglomerate e dalle dimensioni di ghiaia e ciottoli sfusi si possono trarre informa- zioni sulla velocità dell’acqua e sulla sua profondità. I geologi del Planetary Science Institute, impegnati nell’interpretazione di ciò che Curiosity ha scoperto, sono pro- pensi a credere che l’acqua raggiungesse, a seconda dei punti dei torrenti, altezze comprese fra pochi centimetri e quasi un metro, e che la sua velocità fosse di circa 1 m/s. Solo un corso d’acqua con tale portata sarebbe stato in grado di spostare e mo- dellare ciottoli che le immagini mostrano avere dimensioni che raggiungono i 4-5 cm e che quindi hanno un peso non trascura- bile. Nemmeno il ghiaietto più piccolo può essersi depositato attraverso meccanismi diversi da quelli dominati dall’acqua. È ad esempio impensabile che sia stato il vento a levigare e trasportare tutto quel materia- le. Insomma, non c’è alcun dubbio sul fat- U n confron- to che si commenta da sé: a sinistra un ingrandimento del greto di Link e a destra il greto di un torrente terrestre. I se- dimenti conglo- merati, il tipo di cementazione, la levigatura della ghiaia e l’erosio- ne della matrice sono praticamen- te identici. Non esiste alcun mec- canismo diverso dal prolungato scorrere di acqua che sia in grado di formare queste strutture. [NASA/ JPL-Caltech/MSSS and PSI]
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