Astrofilo_novembre2012
30 EVOLUZIONE STELLARE ASTROFILO l’ NOVEMBRE 2012 potrebbe accumularsi senza che si verifichi- no eventi esplosivi contemporanei a livello globale. Per dimostrare quest’ultima possibi- lità sarebbe sufficiente osservare una nana bianca con idrogeno in superficie e con pe- riodo orbitale uguale o inferiore ai 5 minuti, ovvero in concomitan- za del massimo riscal- damento da frizione prima della fusione fra le due nane. Visto l’interesse solleva- to dai due fisici è pro- babile che le ricerche sul campo riescano a dare una risposta con- clusiva alle questioni aperte ben prima che esploda la prossima nova mareale. nova classica (ovvero quando solo una del- le due è degenere) e l’epoca in cui le due stelle si fondono catastroficamente, evento, quest’ultimo, che Fuller e Lai stimano possa avvenire da 100mila a 1 milione di anni dopo la fase di nova mareale. Il miglior candidato per verificare l’effettiva esistenza di quel tipo di novae sembra essere il sistema stellare formato da due nane bian- che catalogate come J0651A e J0651B, che compiono una rivoluzione nel tempo record di 12,75 muniti. La prima delle due ha massa pari a ¼ di quella del Sole e una temperatu- ra superficiale di 16 400 Kelvin; la seconda, meno brillante, pesa poco più della metà del Sole e raggiunge in superficie i 9000 Kelvin. Secondo i due ricercatori della Cor- nell, J0651B dovrebbe essere ancora meno brillante di come appare e attribuiscono la differenza a un riscaldamento di origine ma- reale in atto da un migliaio di anni. Poiché quel tipo di astri perde calore più lentamen- te di quanto lo accumuli, sembra inevitabile un’escalation fino all’esplosione della nova. Sebbene il modello sia ben argomentato, esiste pur sempre la possibilità che le novae mareali non si verifichino mai. Potrebbe in- fatti non accumularsi in superficie abbastan- za idrogeno qualora sul potenziale progeni- tore siano attivi processi di rimescolamento fra strati superficiali con diversa composizio- ne. Oppure, per motivi ora ignoti, l’idrogeno I n basso a sini- stra vediamo una rappresenta- zione in scala di quattro pianeti del nostro siste- ma solare, Urano, Nettuno, Terra e Venere, fra i quali è stata inserita per confronto una nana bianca grande all’incirca come J0651A. In quel piccolo volu- me è concentrata una massa pari a 1/4 di quella del Sole. Qui a fianco vediamo invece che cosa accade alcune centinaia di migliaia di anni dopo la fase di nova marea- le: le due stelle sempre più vicine finiscono col cadersi addosso e si fondono. [Dana Berry, ST ScI Astronomy Visualization Laboratory] n
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