Astrofilo_novembre2012

EVOLUZIONE STELLARE ASTROFILO l’ 27 NOVEMBRE 2012 D ue nane bianche quasi a contatto che ruotano vorticosa- mente attorno al comune baricentro sono il progeni- tore ideale delle novae mareali. Dopo quella fase le nane continua- no ad avvicinarsi fino alla fusione. versi milioni di anni, anche la stella com- pagna perde l’equilibrio termonucleare che le garantiva stabilità e si trasforma in una gigante rossa, spingendo i suoi strati più esterni nel dominio gravitazionale dell’or- mai matura nana bianca, la quale li attira verso di sé disponendoli in un disco di ac- crescimento che fluisce verso la compat- tissima superficie stellare. La materia così acquisita, essenzialmente idrogeno ed elio, viene enormemente compressa e riscalda- ta, al punto che attorno ai 20 milioni di Kel- vin l’idrogeno inizia a fondersi in elio. Se il flusso di materia dalla stella compagna è modesto, le reazioni nucleari innescate- si sulla superficie della nana avvengono in modo “controllato”, ma se invece la quan- tità di gas in caduta è rilevante, allora il processo diventa esplosivo e quasi tutto l’idrogeno a disposizione viene bruciato in brevissimo tempo. Ciò libera un’enorme ondata di energia che spazza via il gas in- combusto e investe il disco di accrescimen- to, disperdendolo più o meno completa- mente. Il fenomeno produce un’impennata nella luminosità del sistema stellare, sia nel visibile sia a lunghezze d’onda maggiori, soprattutto raggi X e occasionalmente an- che raggi gamma. A dispetto della vistosità del parossismo, la nana perde pochissima della propria massa (circa 1/10000 di quella solare), più che sufficiente però a renderla decine di migliaia di volte più brillante del Sole. Se la posizione dell’astro all’interno della Via Lattea è favorevole, il fenomeno è facilmente osservabile ad occhio nudo, sot- to forma di apparizione di una nuova stella (di qui il nome “nova”), che gradualmente scomparirà alla vista nelle settimane suc- cessive. Questo in sintesi il meccanismo di produzione delle novae classiche. Ma siamo sicuri che non vi siano altre stra- de, completamente diverse, che portano allo stesso risultato? Secondo un paio di fi- sici teorici della Cornell University, sì, ce n’è almeno una e ha come motore le possenti forze mareali che si producono all’interno delle due stelle degeneri quasi a contatto. A sostenere questa nuova possibilità sono Jim Fuller e Dong Lai, le cui argomentazioni sono di fresca pubblicazione du Astrophysi- cal Journal Letters . Lo scenario di partenza È generalmente accettato che il prin- cipale, se non l’unico, meccanismo posto alla base del fenomeno delle stelle novae sia il trasferimento di materia da una gigante rossa a una nana bianca. La cosa si sviluppa approssimativamente nel seguente modo: in un sistema binario stretto, formato da due stelle di sequenza principale grandi più o meno come il Sole, una delle due componenti evolve verso la fase di nana bianca dopo essere passata per quella di gigante rossa. Trascorsi di-

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