Astrofilo_novembre2012

25 PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ NOVEMBRE 2012 bito traguardo. Se dovessero esserci altri pianeti, la loro presenza sarebbe comun- que limitata a una regione di pochissime unità astronomiche dalla stella, e questo per la presenza di Alfa Centauri A, il cui semiasse maggiore rispetto al baricentro del sistema misura solo 17,57 UA (per un periodo di 80 anni), la cui massa è 1,1 volte quella del Sole (contro le 0,93 della compa- gna) e la cui or- bita è piuttosto eccentrica (0,5), fattori che la rendono de- stabilizzante. Sicuramente un sistema come quello di Alfa Cen- tauri non po- trebbe essere collocato al po- sto del Sole sen- za perdere tutti i pianeti oltre l’orbita di Marte. I ricercatori sono comunque ottimisti sul fatto che in un sistema di quel tipo ogni stella possa trattenere i propri pianeti quanto meno fino alla zona abitabile, che dopo tutto è ciò che più im- porta. (Recentemente sono stati riscontra- ti casi di sorprendente stabilità dinamica, come ad esempio quello del pianeta PH1, che orbita attorno alla stella KIC 4862625: oltre 6 volte più grande della Terra, com- pie una rivoluzione in 20 giorni attorno a una binaria ad eclisse, attorno alla quale ruota a sua volta un’altra binaria distante circa 1000 UA. Insomma, c’è anche un pia- neta in un sistema quadruplo!) Concludendo, la scoperta di Alfa Centauri Bb è una tappa fondamentale nell’indivi- duazione di una seconda Terra nelle imme- diate vicinanze del Sole. Che la meta possa essere raggiunta entro pochi anni è fuori discussione e non possiamo escludere che quel pianeta abbia già lasciato una traccia nei database di qualche survey e aspetti solo di essere confermato. mondo sia invivibile, ma ciò non toglie che attorno ad Alfa Centauri B possano esistere altri pianeti simili, a distanze più favorevo- li. Studi statistici suggeriscono infatti che i piccoli pianeti (più o meno di taglia terre- stre) si formano preferibilmente all’inter- no di sistemi planetari multipli ed è quindi tutt’altro che impro- babile che Alfa Centauri B possa averne altri. Sembra ormai anche appurato che le “taglie piccole” siano quelle più diffuse nelle centinaia di si- stemi planeta- ri finora con- fermati, realtà che lascia ben sperare. Il pro- blema è che scoprire pia- neti gran- di come la Terra ma più lontani da Alfa Centauri B rispet- to a quello ora sco- perto, e magari colloca- ti in un posizione favorevole al mantenimento dell’acqua liquida, è attualmente impossibile: la zona abitabile è centrata a circa 100 milio- ni di km dalla stella (dove il periodo è attorno ai 200 giorni) e per ravvisarvi la presenza di un pianeta questo dovrebbe avere una massa minima di 4 masse terre- stri, il che lo collocherebbe nella catego- ria delle superTerre, pianeti un po’ troppo “attraenti” per i nostri gusti. Per verificare la presenza di altri piccoli pianeti attorno alla stella in questione bisognerà dunque attendere l’entrata in scena di nuovi e più potenti strumenti, come l’European Extre- mely Large Telescope (E-ELT), lo Spectro- Polarimetric High-contrast Exoplanet REse- arch (SPHERE) e l’Echelle SPectrograph for Rocky Exoplanet and Stable Spectroscopic Observations (ESPRESSO), tutti previsti operativi entro pochi anni e tutti in grado di contribuire al raggiungimento dell’am- n I l nuovo scenario del sistema di Alfa Centauri visto dalle vicinanze del pianeta scoper- to attorno alla componente B. Suggestiva la vi- sione del Sole che si staglia sulla scia della Via Lattea. [ESO/L. Calçada, N. Risinger]

RkJQdWJsaXNoZXIy MjYyMDU=