Astrofilo_novembre2012

17 ASTROBIOLOGIA ASTROFILO l’ NOVEMBRE 2012 vantaggio dal tempo trascorso nella zona abitabile, dove si trova il periastro, poco ol- tre 1 UA. Qui le temperature possono salire oltre il punto di congelamento dell’acqua, ma una volta al di fuori della zona abitabi- le, fino all’apoastro posto a circa 5 UA dalla stella, scendono di 100 e più gradi sotto lo zero. A causa dei vari fattori che potrebbe- ro intervenire è praticamente impossibile prevedere quanto a lungo l’eventuale ac- qua possa rimanere li- quida alla superficie di HD 131664b, ma a pri- ma vista non sembra uno scenario idilliaco. Si aggiunga che noi oggi “vediamo” il pia- neta muoversi su una ben precisa orbita, che di certo non è quella originaria, semmai è il risultato dell’evolu- zione dinamica di quel sistema, dal quale per reciproche interazio- ni gravitazionali sono quasi sicuramente stati espulsi uno o più pianeti, evento che ha portato HD 131664b sull’attuale percorso, come dire che la posi- zione di partenza po- teva essere anche più scomoda, astrobiolo- gicamente parlando. Quindi il sapere che oggi su una sua eventuale luna potrebbero sopravvivere dei batteri, senza sapere se ci sono mai state le condizioni adatte alla loro comparsa, serve a poco. Lo stesso discorso può essere fatto per il secondo pianeta preso ad esempio dai due ricercatori, ossia quello che ruota attor- no alla stella (anch’essa simile al Sole) HD 80606. Si tratta di un gigante gassoso di 4 masse gioviane che percorre un’orbita con ben 0,93 di eccentricità, quindi allungatissi- ma, con periastro a pochi milioni di km dal- la stella, il che comporta una temperatura massima non lontana dai 1800°C. Grazie al fatto che all’apoastro (posto a quasi 1 UA) Tutto ciò potrebbe però non bastare, per- ché nelle sue primissime fasi di sviluppo la vita richiede una notevole stabilità climatica e ambientale in generale; infatti se è vero che i batteri terrestri sanno sopravvivere a condizioni estremamente avverse, (radia- zioni ultraviolette, congelamento, alte tem- perature etc.) è anche vero che un conto è resistere e un altro conto è nascere, cosa molto meno facile se non c’è un minimo di accoglienza da parte dell’ambiente. Di con- seguenza sono solo i pianeti che compiono excursus relativamente brevi al di fuori del- la zona abitabile quelli più interessanti dal punto di vista astrobiologi (oltre ovviamen- te a quelli che vi permangono immersi). Nella Habitable Zone Gallery troviamo nu- merosi esempi di questo tipo, come i due sistemi (per la verità non molto prometten- ti) che Kane e Gelino citano nel loro arti- colo. Uno è rappresentato da un pianeta di almeno 18 masse gioviane, che orbita in 1951 giorni attorno alla stella di tipo solare HD 131664. Di per sé è totalmente inospi- tale, ma un’eventuale luna potrebbe trarre U no dei casi più interes- santi contenuti nella Habitable Zone Gallery è quello del sistema di HD 20782, dove un pianeta poco più grande di Giove entra ed esce due volta ad ogni orbita nella zona abitabile, spingendosi al pe- riastro fino a circa 15 milioni di km dalla sua stella, raggiungendo poi all’apoastro quasi 400 milioni di km. I periodi inter- medi potrebbero essere sufficienti a mitigare il clima di un’eventuale luna e a garanti- re un ambiente vivibile anche se caratterizzato da escursioni ter- miche piuttosto violente.

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