Astrofilo_novembre2012

ASTROBIOLOGIA ASTROFILO l’ 13 NOVEMBRE 2012 O gni stella possiede una sua zona abitabile, ovvero un intervallo di di- stanze circumstellari entro le quali l’acqua eventualmente presente su un pia- neta può presentarsi allo stato liquido. Ad oggi questo requisito è ritenuto essenziale alla comparsa della vita e quindi se si vuol sperare di trovarla in sistemi planetari di- versi dal nostro è preferibile cercarla all’in- terno delle zone abitabili. Essendo le stelle sostanzialmente sferiche (salvo casi qui trascurabili), anche le zone abitabili sono sferiche e se l’orbita di un pianeta che vi è immerso è poco o affatto eccentrica vi resterà immerso per l’intera rivoluzione attorno alla stella. Se invece, come in molti casi noti, l’orbita è un’ellisse allungata, con un’eccentricità tipica più di una cometa che non di un pianeta, allora il tempo di permanenza nella zona abitabile sarà limitato a una o due frazioni di orbita. Quando accade ciò, può il pianeta essere adatto ad ospitare forme di vita, oppure i confini teorici della zona abitabile sono vincolanti a tal proposito? Dare una ri- sposta a questa domanda non è semplice, perché le variabili in gioco sono numerose. Ad esempio, l’ampiezza e la distanza delle zone abitabili variano con le dimensioni e la temperatura delle stelle, mentre la possi- bilità che un pianeta presenti acqua liquida in superficie è condizionata dalla massa del pianeta stesso, nonché dalla composizione Un recente lavoro di due ricercatori del NASA Exo- planet Science Institute, relativo alla possibilità che la zona abitabile delle stel- le sia in realtà più ampia del previsto, offre lo spun- to per una riflessione sugli ambienti limite in grado di ospitare la vita.

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