Astrofilo ottobre 2013
ASTROFOTOGRAFIA ASTROFILO l’ umano, consentendo al Magellan di raggiun- gere in quella banda il suo limite teorico di risoluzione. È la prima volta che un grande telescopio al suolo ha questa opportunità nel visibile, infatti prima era possibile solo farlo nel vicino infrarosso, dove però le immagini sono per loro natura meno definite. Il grande vantaggio del telescopio spaziale Hubble su quelli al suolo è quello di poter riprendere l'universo a lunghezze d'onda visibili senza l'interferenza dell'atmosfera terrestre, ma ora che MagAO elimina quel- l'inconveniente in maniera pressoché totale al fuoco del Magellan, ecco che i 6 metri e mezzo dello specchio primario possono dire la loro e avere la meglio sui 2,4 metri dell'- Hubble. A dimostrazione del nuovo potenziale a di- sposizione degli astronomi ci sono le prime immagini ottenute dal team di Close, pun- tando il Magellan sulla Grande Nebulosa di Orione, in particolare sulla stella Theta 1 Ori C. Si sa da tempo che questo astro è in realtà una doppia molto massiccia (con un totale di 44 masse solari), ma poiché le due compo- nenti sono meno distanti fra loro di quanto non sia Urano dal Sole, nessun telescopio dal suolo e dallo spazio è mai riuscito a fotogra- U tilizzando come riferi- mento un’imma- gine di sfondo presa dal telesco- pio spaziale Hub- ble, sono qui indicati gli oggetti fotografati con MagAO: il gruppo di Theta 1 Ori B (in alto); Theta 1 Ori C1 e C2 (in mezzo); LV1 (in basso). La regione interessata dalla “prima luce” della nuova ottica adattiva è quella del Trapezio, ov- vero il cuore della Grande Nebulosa di Orione. [Laird Close and Ya-Lin Wu; NASA, C.R. O'Dell and S.K. Wong]
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