l'Astrofilo ottobre 2012

ASTROBIOLOGIA ASTROFILO l’ un massimo di oltre 100000 anni luce), e per- tanto servono in media 100000 anni per un singolo scambio di messaggi, senza conside- rare che la risposta può non trovare più nes- suno in grado di ascoltarla. Lo stesso mes- saggio inviato nel 1974 con il radiotelescopio di Arecibo verso l’ammasso globulare M13, su iniziativa dello stesso Drake e di Sagan, sa- rebbe fine a sé stesso se ipotizzassimo che quando arriverà noi non ci saremo più da pa- recchio tempo e che chi, forse, lo riceverà si trova ancora oggi all’età della pietra. In- somma, non avrebbe senso includere un va- lore che fornirebbe un risultato limitato al nostro angolo di galassia e non al suo in- sieme. Adottiamo pertanto 100000 anni co- me durata minima ragionevole delle civiltà affinché possano avere medie probabilità di comunicare fra loro nella Via Lattea e ve- diamo che risultato fornisce l’equazione di Drake inserendo tutti i valori sin qui proposti: N = 10 × 0,5 × 0,01 × 0,01 × 0,2 × 0,3 × × 100.000 = 3 Il risultato dell’equazione ci dice in so- stanza che ci siamo noi e che c’è una non remotissima eventualità che contempora- neamente esistano altre civiltà da qualche parte nella Via Lattea, potenzialmente in grado di comunicare con noi attraverso se- gnali elettromagnetici. Potrebbe essere comodo aumentare a caso il valore di una delle variabili dell’equazione pur di raggiungere il numero di civiltà extra- terrestri che ciascuno sogna, ma la scienza non funziona così. L’unico modo per non compiere manovre discutibili in uno scenario che lo è già abbastanza è quello di affidarsi alla ricerca nella speranza che possa dare una dimensione più realistica a una o più va- riabili, magari incrementandone il corrispon- dente valore nell’equazione. Un primo passo avanti, consolidatosi negli ul- timi mesi, è stato fatto a proposito del tasso annuo di formazione stellare nelle galassie, con la conferma che per ciascuna di esse po- teva essere molto più elevato in epoche re- motissime e questo spiegherebbe anche perché la Via Lattea ha circa il doppio delle stelle che dovrebbe avere se il tasso fosse sempre stato quello inserito da Drake nella sua formula. Perché allora non considerare tutte le stelle e quindi raddoppiare il valore della prima variabile, adottando un tasso medio relativo a tutta l’esistenza della Via Lattea? Semplicemente perché si andreb- bero a includere stelle di generazioni prece- denti a quella del Sole, considerate inadatte a ospitare pianeti rocciosi in quanto nate da dischi protostellari poveri di elementi più pe- I n questa notevole immagine della nebulosa M42 in Orione sono stati evidenziati alcuni dischi protostel- lari da cui si fomeranno stelle e pianeti con una metal- licità relativamente elevata, essendo ormai la nostra galassia chimicamente piuttosto evoluta. Fino a po- chissimo tempo addietro si credeva che i pianeti di tipo terrestre potessero nascere solo in queste circo- stanze, quindi in ambienti ad elevata metallicità, ma ora si è scoperto che questo requisito non è essen- ziale, il che sposta di molto a ritroso nel tempo la com- parsa dei primi pianeti abitabili e quindi delle possibili prime civiltà che li hanno popolati. [NASA/HST Team]

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