l'Astrofilo ottobre 2012

ASTROBIOLOGIA ASTROFILO l’ nevole, si pensi infatti all’esperienza terre- stre: più volte titanici cataclismi hanno pro- vocato estinzioni di massa soprattutto fra le specie più evolute, interrompendo il cam- mino di alcune di esse verso lo status di “in- telligente”, eppure la Natura alla fine è riu- scita a fare il suo corso. Altra variabile: quante di quelle specie intel- ligenti evolvono al punto da poter comuni- care in qualche modo con altri pianeti, ad esempio tramite onde radio? Drake nei de- cenni ha fatto lievitare il suo iniziale 1% a un bel 100% tondo, convincendosi del fatto che la conoscenza dello spettro elettromagneti- co e la possibilità di usare determinate fre- quenze per comunicare a grandi distanze è una tappa obbligata per chiunque abbia la nostra stessa percezione dell’universo. L’ar- gomentazione è valida ma non si può non considerare almeno due alternative: 1) la percezione dell’universo può essere diversa, 2) l’eventuale civiltà aliena decide di non co- municare mai con l’esterno. Un 30% potreb- be essere dunque un valore più ragionevole del 100% di Drake e pertanto nell’equazione inseriremo quello. L’ultima variabile riguarda il tempo entro il quale una civiltà galattica rimane contatta- bile da un’altra. Quando Drake formulò la sua equazione, il rischio nucleare era incom- bente e l’idea che una civiltà come la nostra potesse annientarsi con una guerra atomica andava per la maggiore e quindi sembrava altrettanto probabile che presto o tardi qua- lunque civiltà extraterrestre avrebbe fatto la stessa fine. Di conseguenza venne proposto un pessimistico 10000 anni come tempo li- mite di permanenza “on air” di qualunque tipo di alieno. Cercando di prescindere dal fattore antro- pico che inevitabilmente condiziona ogni aspetto dell’equazione di Drake, potremmo ipotizzare che se una civiltà è realmente in- telligente riuscirà ad evolvere e prosperare per un tempo molto più lungo e che solo ca- tastrofi naturali inevitabili riusciranno a met- terla fuori gioco più o meno definitivamente. Un tempo limite medio di 100000 anni po- trebbe essere più ragionevole, anche consi- derando che alcuni studiosi non pongono limiti alla durata di una civiltà evoluta e alle sue capacità di comunicare con altre civiltà. Inoltre, il valore proposto da Drake non dà alcuna certezza che due civiltà contempora- nee possano riuscire a contattarsi, anzi, è molto probabile che non vi riescano nem- meno volendolo perché la distanza media fra due ipotetiche civiltà all’interno della Via Lattea si aggira attorno ai 50000 anni luce (da un minimo possibile di pochi anni luce a

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