l'Astrofilo ottobre 2012
ASTROBIOLOGIA ASTROFILO l’ Oggi che abbiamo le idee un po’ più chiare, almeno su alcune questioni, possiamo utiliz- zare la formula di Drake per farci un’idea, sempre vaga, sull’eventuale presenza di vi- cini galattici, e ogni volta che si fa un passo avanti nella conoscenza dei singoli fattori si va sempre più vicini a una ragionevole stima del numero di civiltà extraterrestri potenzial- mente esistenti. Proprio recentemente è stata fatta un’impor- tantissima scoperta, le cui conseguenze tra- sferite nell’equazione di Drake alzano considerevolmente le probabilità che là fuori ci sia qualcuno capace di comunicare. Prima di svelare la novità vediamo però che cosa prevede la celebre formula alla luce dei nu- merosissimi sistemi planetari scoperti nell’ul- tima quindicina di anni. Come dicevamo, la prima variante considera il numero di stelle che nascono annualmente nella Via Lattea. Inizialmente il valore adot- tato era 10, ma più recentemente Drake ha optato per un più prudente 5, mentre altri preferiscono 7. Le osservazioni più recenti in- dicano invece che 10 era probabilmente il numero più vicino alla realtà. Quindi segnia- moci 10. La seconda variante chiede quante stelle della nostra galassia hanno pianeti. Secondo Drake la metà, un valore proposto quando nemmeno si sapeva se quei pianeti esiste- vano. Sorprendentemente quel pronostico F rank Drake (a sinistra) e Carl Sagan, i due astronomi sim- bolo nella ricerca di vita extraterre- stre, fondatori del progetto SETI. A Drake, in parti- colare, dobbiamo la celebre equa- zione che porta il suo nome e che si propone di sti- mare il numero di civiltà aliene con le quali dovrebbe essere possibile comunicare attra- verso le onde radio. trova oggi un con- vincente riscontro nella realtà, anzi, è probabile che siano sensibilmente più del 50%, ma accon- tentiamoci dei dati di fatto, che nell’e- quazione di Drake finiscono praticamente qui. Tutto il resto è pura speculazione, a co- minciare dal numero di pianeti o satelliti adatti alla vita, presenti in ogni sistema so- lare. Secondo Drake 2, valore esagerata- mente ottimistico alla luce del database del telescopio spaziale Kepler, dove su oltre 2300 pianeti (la gran parte da confermare) ab- biamo attualmente circa una decina di casi adeguati a sostenere, forse, alcune delle più elementari e resistenti forme di vita terrestre (principalmente batteri estremofili). Anziché 2 pianeti per ogni sistema sarebbe dunque più prudente adottare la proporzione di 1 pianeta ogni 100, considerando che molti di quelli piccoli sono finora sfuggiti alle ricerche e sono quelli i più interessanti. Con la variabile successiva si entra nel mondo delle mere congetture: su quanti di quei pia- neti è comparsa la vita? Secondo Drake su tutti e anche secondo alcuni astrobiologi, ma la diffusa presenza di elementi organici nel cosmo non necessariamente si traduce in vita, e quella manciata di pianeti che oggi ri-
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