l'Astrofilo ottobre 2012

ASTROFILO l’ l’anomalia. Utilizzando il telescopio spa- ziale Hubble, i ricercatori in questione hanno analizzato la distribuzione della componente stellare di massa medio-pic- cola, meno soggetta a migrazioni, sco- prendo che non è sferica, come invece sarebbe lecito attendersi per un am- masso nato da un’unica nube di gas e polveri. R136 si presenta al contrario con due diverse concentrazioni di stelle, una più sferoidale e l’altra più allungata, che ne rendono l’aspetto simile a quello di due galassie interagenti, deformate dalle forze mareali. Ciò suggerisce che R136 sià in realtà il prodotto di una fu- sione ancora in corso fra ammassi più piccoli, il che spiegherebbe facilmente l’insolita abbondanza di runaway stars: sarebbero state presenti nelle periferie degli ammassi originari e dopo la fu- sione si sarebbero ritrovate confinate at- torno al neo costituito R136. Per confermare questa ipotesi, il grup- po di Sabbi ha stimato le età delle po- polazioni stellari interne all’ammasso, trovando due distinte fasce: 1 milione di anni e 2 milioni di anni. Ciò indica che in tempi relativamente recenti è confluito in quello che oggi chiamiamo R136 un piccolo ammasso nato in una posizione diversa all’interno del com- plesso di 30 Doradus, a dimostrazione del fatto che i grandi ammassi aperti sono quasi certamente il risultato di fu- sioni, come i modelli teorici più accre- ditati suggeriscono e come dimostrano le simulazioni al computer. Non si e- sclude nemmeno la possibilità che oltre una certa taglia, raggiunta attraverso ripetute fusioni, un grande ammasso aperto possa lentamente trasformarsi in un ammasso globulare, percorso che per R136 potrebbe non essere lontanis- simo dal concludersi. P rimo piano delle due componenti stel- lari che costituiscono R136: quella più compatta, sferoidale e ricca di stelle coin- cide col centro dell’ammasso ed è circa 1 milione di anni più giovane dell’altra com- ponente, delimitata dal tratteggio ellittico. [NASA, ESA, and E. Sabbi (ESA/STScI)] n

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