l'Astrofilo ottobre 2012
massi Un grande ammasso aperto presente nel com- plesso nebulare 30 Dora- dus si rivela essere il risultato della fusione in corso fra due ammassi più piccoli. Questa scoperta sembra confermare i mo- delli che vogliono una cre- scita gerarchica di quelle strutture, fino all’even- tuale formazione di un ammasso globulare. OTTOBRE 2012 S ullo sfondo la nebulosa Tarantola, nella quale si annida il grande ammasso stellare R136 (nel riquadro), che una nuova ricerca ha rivelato essere in realtà un doppio ammas- so in fase di fusione. L’intero complesso di nubi gassose (principalmente idrogeno ionizzato), polveri e stelle già for- mate è noto col nome di 30 Doradus, ereditato da tempi antichi, quando si credeva che il tutto fosse semplicemente una stella un po’ sfocata. [NASA, ESA, D. Lennon, E. Sabbi (ESA/STScI) and R. O'Connell (University of Virginia)] T ra gli oggetti celesti più studiati c’è il complesso di 30 Doradus, una dinamica congerie di gas, polveri e stelle pre- sente nella Grande Nube di Magellano, in corrispondenza della celebre nebulosa Taran- tola. Si tratta di un’intensa regione di forma- zione stellare, distante 170000 anni luce, che da almeno 25 milioni di anni sta sfornando nuovi astri. Come inevitabilmente accade in questo tipo di complessi nebulari, a 30 Dora- dus è associato un notevole ammasso stellare, denominato R136, composto di decine di mi- gliaia di astri con massa totale pari a circa 450000 masse solari. Fra quelle stelle ci sono numerose giganti e supergiganti blu, ovvero le più grandi, brillanti e calde stelle che esi- stano. Alcune di esse superano addirittura la massa teorica limite di 150 masse solari oltre la quale dovrebbero diventare instabili. Di tutte, le più esagerate sono quelle apparte- nenti a un sottosistema molto compatto, R136a, dove spicca la più massiccia stella che si conosca, R136a1, un mostro di 265 masse solari, che brilla 8,7 milioni di volte più del ASTROFILO l’
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