l'Astrofilo ottobre 2012

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ numero di Science che il 30 agosto ha ospi- tato i risultati del loro lavoro. I tre soli tran- siti di Kepler-47c finora registrati non sono sufficienti a confermare o a confutare la pre- senza di un satellite, ma questo conta poco perché quello scenario se non in questo caso potrà certamente essere verificato altrove. Speculazioni a parte, la scoperta del sistema di Kepler-47, portanto da 4 a 6 il numero di pianeti circumbinari conosciuti, conferma che c’è un limite di massa per questa nuo- va categoria di pianeti: nessuno di essi ha massa sensibilmente superiore a quella di Saturno. Anche considerando l’eventuale presenza di macchie sulle binarie durante le osservazioni, e quindi una loro influenza sulla stima dei diametri planetari di qualche punto percentuale, le masse che si derivano dall’insieme dei dati raccolti non possono di- scostarsi di molto da quelle inizialmente cal- colate. Sembra dunque sfavorita l’esistenza di pianeti circumbinari di taglia gioviana o superiore, e conta poco il fatto di avere a di- sposizione un campione molto limitato, dal momento che pianeti più grandi sarebbero stati scoperti con maggiore facilità. L’as- senza di pianeti grandi come e più di Giove attorno a sistemi binari stretti suggerisce che i processi di formazione e migrazione plane- taria in quegli ambienti caotici impediscono la loro nascita o la loro permanenza. La grande differenza nell’ampiezza delle or- bite dei due pianeti di Kepler-47 indica inol- tre che un sistema di quel tipo, dove le posizioni dei pianeti rispetto alle due stelle sono suscettibili di variazioni non trascura- bili, rimane stabile sul lungo periodo solo se la distanza fra i pianeti è rilevante. Se ag- giungiamo che Kepler-47b e Kepler-47c sono quasi certamente migrati nelle attuali posizioni provenendo da regioni assai più esterne, è lecito supporre che quella fase abbia comportato l’espulsione dal sistema di alcuni altri pianeti. Probabilmente questo processo evolutivo-selettivo risulta partico- larmente severo in un ambiente già stressato dal continuo recipro- co movimento di masse, tipico del- le binarie strette. Ciò spiegherebbe perché quattro sistemi ospitano un solo pianeta e il quinto ne ospiti due. Da notare che in nes- suno di quei sistemi compaiono segnali mi- nori che lascino ipotizzare l’esistenza di pia- neti più piccoli. Dopo questa ulteriore scoperta dell’enne- sima variante al classico sistema planetario, come lo si intendeva fino alla metà degli anni ’90, il compito dei ricercatori teorici che si occupano di costruire modelli adeguati a interpretare ciò che si osserva nella realtà di- venta ancor più problematico. A questo pro- posito, un commento di Greg Laughlin, pro- fessore di Astrofisica e Scienze Planetarie all’Università della California (Santa Cruz) è la migliore conclusione: “ La presenza di un sistema planetario circumbinario maturo at- torno a Kepler-47 è una scoperta sorpren- dente. Questi pianeti sono molto difficili da formare attraverso i paradigmi attualmente accettati e credo che i teorici, me incluso, dovranno riconsiderare tutto daccapo per capire come ciò possa essere avvenuto ”. E cco i due prin- cipali protago- nisti della scoper- ta del primo si- stema planetario circumbinario: William F. Welsh (a sinistra) e Je- rome A. Orosz. n

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