l'Astrofilo ottobre 2012

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ zione delle masse stellari attorno al baricen- tro del sistema, il che si traduce in pesanti variazioni del periodo e della velocità orbi- tali. Di conseguenza, un pianeta che visto dalla Terra si trova a transitare sul disco di una delle due stelle (o sul disco di entrambe se la geometria del sistema è particolar- mente favorevole), lo farà con una periodi- cità tanto più irregolare quanto minori saranno la sua massa e la sua distanza dalle stelle. L’intervallo fra due transiti consecutivi può variare anche di giorni e la stessa durata del transito può variare anche di ore, per- tanto solo osservando su un lungo periodo di tempo (mesi se non anni) il comporta- mento fotometrico di una binaria ad eclisse è possibile isolare il segnale mediamente pe- riodico di un pianeta da altri fattori respon- sabili di cadute di luce. Una volta determi- nati il periodo orbitale, i ritardi e gli anticipi cui va soggetto e le caratteristiche fisiche delle componenti stellari è possibile risalire con accettabile approssimazione alle masse in gioco e a una serie di altri parametri utili a caratterizzare l’intero sistema. È grazie a questo tipo di ricerche che nell’ul- timo anno o poco più sono stati scoperti i quattro pianeti cir- cumbinari delle stelle Kepler-16, Kepler-34, Kepler-35 e Kepler-38. La loro individuazio- ne è stata una tappa di fondamentale im- portanza nella cono- scenza dei sistemi planetari, infatti in passato gli astronomi tendevano ad esclu- dere la possibilità che attorno alle stelle bi- narie potessero for- marsi pianeti. Inoltre, poiché circa 1/3 di tutte le stelle sono bi- narie o multiple, l’esi- stenza di pianeti at- torno ad esse aumen- ta sensibilmente il nu- mero di possibili pia- neti esistenti nell’universo, inclusi quelli po- tenzialmente abitabili. Dopo aver scoperto quattro singoli pianeti legati ad altrettante binarie ad eclisse, era lecito attendersi come passo successivo la scoperta di più pianeti appartenenti allo stesso sistema. L’occasione si è recentemen- te presentata a Jerry Orosz, William Welsh (San Diego State University) e a un gruppo di loro collaboratori, i quali analizzando le curve di luce del sistema binario ad eclisse Kepler-47 (visibile nella costellazione del Cigno, a 4900 anni luce di distanza dalla Terra) hanno messo in evidenza due distin- ti segnali attribuibili a due diversi pianeti. L’annuncio della scoperta è stato dato nel corso dell’assemblea generale dell’Interna- tional Astronomical Union, tenutasi a Pe- chino durante l’ultima settimana di agosto. Kepler-47 è una binaria ad eclisse formata da una stella simile al Sole in quanto a massa e diametro, ma leggermente meno brillante, attorno alla quale orbita una nana rossa grande 1/3 della primaria e ri- spetto a quella 176 volte meno brillante I l più consistente calo di luce rile- vabile nel siste- ma di Kepler-47 è dovuto al perio- dico transito della nana rossa sul disco della stella primaria (qui rap- presentato grafi- camente). Seguono i cali di luce dovuti alle macchie solari e infine quelli do- vuti al transito dei due pianeti sul disco della stella primaria.

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